Per definizione, luglio e agosto sono i mesi ‘di vacanza’: il caldo, il sole, la sospensione della scuola e di molte attività lavorative richiamano al nostro cervello la necessità di trovare ed avere un tempo di riposo e di vacanza. Ad essere sinceri, però, non per tutti è così: pensiamo ai malati, a chi è stato licenziato, chi ha lavorato sodo ma non può permettersi di viaggiare, alle persone anziane e sole, a quanti trascorrono questo periodo nel caldo delle città. Saranno comunque tanti quelli che passeranno lontano da casa qualche giorno di vacanza. Dalle statistiche emerge che, rispetto all’anno scorso, gli italiani che intendono andare in vacanza sono il 10% in più. Molte volte è per evadere dalla routine quotidiana, dalla ‘solita vita’ di tutti i giorni, mentre altre è per avere la possibilità di fare ciò che si vuole, magari abbandonandosi a comportamenti superficiali e banali che ci portano un certo passeggero piacere. Una cosa però è certa: sono mesi in cui grazie alle “ferie” è possibile rallentare il ritmo, avere più tempo. Qui nasce il problema: è un periodo solo per me o esiste il posto anche per qualcosa di diverso?

Giovanni Paolo II invitava a riservare del tempo anche per Dio: il viaggiare e poter ammirare meravigliosi spettacoli della natura permette di sperimentare facilmente “quanto proficuo sia il silenzio, un bene oggi sempre più raro”. Infatti “le molteplici opportunità di relazione e d’informazione che offre la società moderna rischiano talora di togliere spazio al raccoglimento, sino a rendere le persone incapaci di riflettere e di pregare”.

È una ‘faccia’ della vacanza un po’ diversa: il silenzio permette all’uomo di ritrovare ciò che veramente lo rende libero, l’incontro con Dio e il dialogo con Lui. Ecco che le vacanze di quest’anno possono aiutare a riscoprire e coltivare la dimensione interiore dell’esistenza umana. In questo modo rientriamo in noi stessi e diventiamo più disponibili agli altri e a settembre abbiamo la possibilità di ricostruire relazioni e rapporti magari fragili e a rischio rottura. Solo il riposare nel Signore permette questo. Per chi si dice cristiano le vacanze sono quindi fonte di rigenerazione, di crescita spirituale e un’opportunità da vivere con gioia. La parola “vacanza” diventa allora l’occasione di andare da Gesù, di mettere il nostro tempo a Sua disposizione e di intraprendere, lontani dalla frenesia di tutti i giorni, “un dialogo fiducioso, personale”. Vacanza è il familiarizzare con Gesù per sentirci amati e consolati da Lui. Papa Francesco ci invita ad andare da Gesù e senza paura, con coraggio, cercare nei mesi estivi un po’ di riposo da ciò che ci affatica e a non dimenticarci di trovare il vero ristoro nel Signore.

Cari lettori, la fede non va in ferie: la coerenza è un valore che non passa mai inosservato e alla fine porta solo soddisfazione e felicità. Auguro a tutti una buonissima estate; tutta a colori, con l’augurio di “abbronzare la nostra anima con il calore di Dio”.

Alessandro Maffiolini