Amare i nostri nemici, quelli che ci perseguitano e ci fanno soffrire, è difficile e non è neppure un “buon affare” perché ci impoverisce e ci fa passere per stupidi e ingenui davanti a quanti vedono la nostra scelta. Eppure è questa la strada che con precisione e determinazione percorre Gesù nella sua vita. Tutti abbiamo dei nemici; alcuni più visibili, altri più nascosti, alcuni deboli, altri forti. Diverse volte addirittura, noi diventiamo nemici di altre persone e non gli voliamo bene. Non è un impegno facile cui siamo abituati: anzi tutti pensiamo che il Vangelo ci chiede troppo ed è molto ideale, distante dalla vita di ogni giorno. Pensiamo forse che sia un’idea possibile per altri, ma non per noi. Papa Francesco, ci ricorda com’è necessario fare queste cose, perché altrimenti non siamo cristiani. Di fronte ai tanti drammi che segnano l’umanità, è difficile fare questa scelta: come si può amare, infatti, “quelli che prendono la decisione di fare un bombardamento e ammazzare tante persone? Come si possono amare quelli che per amore dei soldi non lasciano arrivare le medicine a chi ne ha bisogno, agli anziani, e li lasciano morire?”. Ed io come si possono amare le persone che cercano solo il loro interesse, il loro potere, compiono il male e sono tranquilli perché si disinteressano di tutto e di tutti. E qui abbiamo uno dei problemi veri. Il Vangelo concepisce la vita come spazio messo a disposizione per rendere presente e concreto l’amore di Dio; non è un luogo mio che gestisco io a mio piacimento con lo scopo del piacere a ogni costo. Amare i nemici è un invito che ci inchioda e non lascia aperte delle scappatoie: l’essere cristiani è stato ridotto unicamente a un buon quieto vivere verniciato solo superficialmente di Vangelo. Una vernice che sparisce immediatamente alla prima difficoltà o davanti a qualcosa che non va seconda la nostra volontà. Certo non è facile. Lo sappiamo tutti. Possiamo solo indicare due strade. La prima è il guardare al Padre. Dio che fa sorgere il sole sui cattivi e sui buoni; fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Un Padre che illumina ed è accanto a tutti, buoni o cattivi, nessuno escluso. Possiamo, questo sì, imitare il Padre in “quella perfezione dell’amore. Lui perdona ai suoi nemici. Fa tutto per perdonarli”. Meditiamo con quanta tenerezza Gesù riceve Giuda nell’orto degli ulivi. Questa è la buona notizia della fede che si basava sull’esperienza dell’amore di Gesù, il Figlio di Dio. Quest’amore è completamente nuovo, mai sperimentato prima. È un amore rivolto non a quanti lo meritano, ma a tutti gli uomini senza distinzioni, un amore che non si lascia dominare dal comportamento o dalle risposte degli uomini, ma che a tutti è continuamente e ininterrottamente proposto. È un amore che non è attirato dai meriti degli uomini, ma dal loro bisogno profondo di amare e sentirsi amati sempre. La seconda strada consiste nel pregare: “Pregate per i vostri nemici”. La preghiera autentica che ci unisce a Dio, compie miracoli e ciò vale non solo quando siamo in presenza di nemici; vale “anche quando nutriamo qualche antipatia, qualche piccola inimicizia. E allora bisogna pregare, perché il Padre prepari i nostri cuori alla pace e al vero amore. “Amare i nemici”, afferma Gesù. Tutto è possibile a chi è autentico cercatore di Dio e dunque non si lascia travolgere dai suoi limiti e non ha paura di affidarsi. In fin dei conti, cari amici, se tutti amassero i loro nemici, non ci sarebbero più nemici.

don Alessandro Maffiolini