Le due parole del titolo possono sembrare molto ambigue. Entrambe hanno assunto ormai una varietà di accezioni che difficilmente sappiamo bene cosa significhi. Inoltre sono state abusate nei loro contenuti acquisendo in modo particolare un significato unico e molto materiale. Parlare di amore e meriti, diventa sempre più complicato perché s’intende subito un senso molto “basso”. Per assurdo dobbiamo affermare solennemente che l’amore è per definizione un dono non meritato; anzi, l’essere amati senza merito è la prova del vero amore. Vedere uno che ama in questo modo, è riconoscere di essere realmente amati per quello che siamo. Chi merita di essere amato deve anche avere la capacità di amare, riconoscere l’altro come parte di se stesso. È un atto di vera libertà e di espressione personale che cresce e che tutti meritiamo di sperimentare. Tutti siamo degni di essere amati dai nostri, partendo dalla famiglia, dagli amici e senza dubbio da una sposa o sposo che è in grado di darci un amore consapevole, maturo e reciproco. Non c’è niente di più degno e non ci sono altri principi più necessari per l’essere umano che essere amati, apprezzati e rispettati. Il Vangelo mostra proprio un Gesù che ama in questo modo. Gesù passa in mezzo a noi: è tenerezza che chiama per nome, è persona che ricerca sempre gli altri per amore. Lui non condanna, non umilia, non giudica, non critica. Agisce sempre con uno scambio di sguardi che vanno dritti al cuore delle persone, penetrano in essi e cercano di raggiungere la parte migliore dell’essere umano per sollecitare un cambiamento di vita e una serie di scelte concrete e coerenti. È uno sguardo che non richiede nulla in cambio; è uno sguardo che ama indipendentemente da quanto facciamo, possediamo, o dal potere che abbiamo. Gesù è fonte dell’amore. Lui ha parole che sorprendono. Lui desidera “entrare in casa nostra”; lo dice senza problemi. Dio ha un bisogno urgente; è spinto da un grande desiderio. A Dio manca qualcosa, manca l’umanità, manca l’ultima pecora, manco io”. Dio deve fermarsi, non semplicemente passare oltre, ma deve stare con noi. Il Vangelo tra i tanti motivi ne indica uno semplice: il Vangelo è iniziato in una casa, a Nazareth. Anche oggi continua a diffondere la buona notizia nelle case, cioè nei luoghi i cui abitiamo, in cui siamo più noi stessi e più autentici. Dio offre sempre la sua amicizia a ogni persona, gli dona un credito immeritato e infinito. Solo così ci si scopre semplicemente amati, senza contare i nostri meriti, i titoli, le ricchezze che abbiamo. Il cristianesimo, in fondo, è tutto un “tu sei amato”, un “tu sei chiamato ad amare”. Uscire da questo, equivale a non seguire il Vangelo. Noi meritiamo e abbiamo la stima di Dio, solo perché Lui ci ama per quello che siamo: sue creature e suoi figli. Lui ci ama solo per questo. Nessuno merita l’amore di Dio. Tutti siamo amati da Dio e destinatari del suo amore. In un attimo ci rendiamo conto di quanto è meschina una vita tutta presa dal denaro, a costo di rubare agli altri e di ricevere il loro disprezzo. È più bella e attraente invece una vita che sceglie solo di amare gli altri e di pronunciare il loro nome per richiamare la loro attenzione e costruire un rapporto profondo e vero. Incontrare così l’Amore vero, l’Amore di Dio, scopriamo di essere amati nonostante i nostri peccati; diventiamo allora capaci di amare gli altri, facendo di quanto possediamo un segno di solidarietà e di comunione.

don Alessandro Maffiolini