Ogni tanto è bene ricordare la frase del titolo. Esiste una Parola, anzi la Parola che è continuamente pronunciata per il mondo intero e va semplicemente ascoltata. Per seguire Gesù non sono sufficienti i buoni impegni, occorre ascoltare ogni giorno la sua chiamata. Solo Lui, che ci conosce e ci ama fino in fondo, ci fa prendere il largo nel mare della vita. Come fece con i discepoli che lo ascoltarono. Perciò abbiamo bisogno della sua Parola: di ascoltare, in mezzo alle migliaia di parole di ogni giorno, quella sola Parola che non ci parla di cose, ma ci parla di vita. Comprendiamo quindi che l’esistenza cristiana si caratterizza per l’ascolto della Parola di Dio. In essa è offerto un senso nuovo e profondo che aiuta a comprendere la nostra presenza tra le continue vicende del mondo. Sappiamo che sarà sempre una lotta dura tra quanti aderiscono alla Parola e quanti vi si oppongono. Addolcire questo potrà dare ai cristiani un ruolo sociale più appagante, ma alla fine li renderà insignificanti, perché “muti” e soggiogati. Diventeranno come il sale che perde il sapore e saranno calpestati e rifiutati anche da chi ha servito. Dall’altra parte, è chiaro come il solo ascoltare la Parola di Dio non basta. I Vangeli invitano sempre a “conservare” in sé questa Parola con la sua osservanza. “È costitutivo dell’annuncio cristiano la sua testimonianza fattiva. Custodire la Parola equivale a farla diventare come un seme che porta frutto a tempo debito”. Ricordiamo inoltre che la sua efficacia “non dipende tanto dall’impegno personale, ma dalla forza che scaturisce da quella Parola divina”. Pertanto “La Parola di Dio si traduce nella “volontà di Dio” e, viceversa, questa diventa la sua Parola che opera la salvezza”. La comunità cristiana può diventare il luogo privilegiato, dove ascoltare e vivere di questa Parola: questo accade se nella comunità i cristiani sono realmente fratelli e sorelle che si sostengono l’un l’altro vivendo nell’amore. Siamo sempre invitati ad ascoltare e custodire la Parola per regalare “al mondo una testimonianza di speranza che permetta di andare oltre le difficoltà del momento presente”. Gesù bussa continuamente alla porta del nostro cuore e della nostra vita. Per questo il Signore ci dona la sua Parola, perché l’accogliamo “come la lettera d’amore che ha scritto per te, per farti sentire che Egli ti è accanto. La sua Parola ci consola e incoraggia. Allo stesso tempo provoca la conversione, ci scuote, ci libera dalla paralisi dell’egoismo”. La Parola di Dio ha il potere di cambiare la vita, di far passare dall’oscurità alla luce. Il Vescovo Brambilla ricorda che la Parola letta, meditata e pregata, proclamata, va accolta e custodita nel cuore degli uomini. Questo accoglimento non è semplicemente passivo, ma è ricettivo, e “fa germogliare in modo sempre nuovo i semi del tempo nella storia”. Ecco che l’ascolto è lo strumento umano, perché la risposta alla Parola appassioni tutta la persona e faccia crescere la sua vita nel mondo e nella società. A poco a poco ogni cristiano si conformerà sempre più ai sentimenti e ai pensieri di Cristo e scoprirà che la Parola è come la luce della lampada che si irradia. Non va nascosta nel segreto, ma per propria forza si manifesta, anche se ha bisogno del contributo di ogni persona, perché dev’essere posta in evidenza sul candelabro.

Mettiamo da parte la conflittualità, eliminiamo il chiacchiericcio, lo sparlare degli altri: queste dividono la comunità cristiana e non permettono di testimoniare come è l’amore che ci unisce e ci fa vicini a tutti.

Siano pertanto, la preghiera e la testimonianza concreta, il punto di partenza per aiutare Gesù a realizzare il suo sogno: che tutti siano una cosa sola.

don Alessandro Maffiolini