A leggere il vangelo sono moltissime le frasi, le espressioni, gli atteggiamenti che colpiscono e aiutano a riflettere. In questo periodo, dovuto anche alla situazione personale, mi ha colto nel segno un Gesù che si stupisce del Padre. Gesù è sorpreso da un Dio sempre più fantasioso e inventivo nelle sue trovate, che spiazza tutti, perfino suo Figlio. E questo arriva, anche per me, in un momento in cui le cose non procedono bene, c’è aria di abbandono, di solitudine e di sconfitta. E in questo a Gesù si apre uno squarcio inatteso di luce che illumina il suo cammino e le decisioni che sarà chiamato a prendere. “La redenzione, la rivelazione, la presenza di Dio nel mondo incomincia così e sempre è così. La rivelazione di Dio si fa nella piccolezza. I grandi si presentano potenti, pensiamo alla tentazione di Gesù nel deserto, come Satana si presenta potente, padrone di tutto il mondo. Invece le cose di Dio incominciano germogliando, da un seme, piccole. E Gesù parla di questa piccolezza nel Vangelo”. Infatti “Chi è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande”. Dio ribalta completamente la mentalità del mondo e della cultura di oggi: un modo di pensare che purtroppo ha inondato anche le comunità cristiane a tutti i loro livelli. Papa Francesco, insieme alla storica decisione di Benedetto XVI, ci ricorda con forza e chiarezza estrema che “In una comunità cristiana dove i fedeli, i sacerdoti, i vescovi, non prendono questa strada della piccolezza, manca futuro, crollerà. Lo abbiamo visto nei grandi progetti della storia: cristiani che cercavano di imporsi, con la forza, la grandezza, le conquiste”. Inoltre, “Il Regno di Dio germoglia nel piccolo, sempre nel piccolo, il seme piccolo, il seme di vita. Ma il seme da solo non può. E c’è un’altra cosa che aiuta e che ci riempie di forza. È il meravigliarsi del Padre, il riscoprire il dono del Suo Spirito in abbondanza su ogni essere umano: nessuno è lascito solo dal Padre. Dio ci ha istruito riguardo a questa verità così difficile: noi preferiamo la potenza, gli applausi, il sentirci indispensabili, l’essere al centro di tutto. Ci ha messo davanti agli occhi il libro della natura, perché potessimo leggervi e comprendere il modo corretto di comportarsi. Dall’altra ci ha posto i santi, sia i grandi sia i piccoli e i meno conosciuti: davanti a Lui non hanno differenza ma sono amati allo stesso modo. Tutti comunque si sono fatti piccoli perché nella loro esistenza emergesse con evidenza la luce di Dio. Un piccolo, un semplice, un bambino capisce subito l’essenziale: comprende se se gli si vuole bene o no. In fondo è questo il segreto semplice della vita. Non ce n’è un altro, più profondo. “I piccoli, i peccatori, gli ultimi della fila, le periferie del mondo hanno capito che Gesù è venuto a portare la rivoluzione della tenerezza, dell’amore, dell’accoglienza, dell’abbraccio: voi valete più di molti passeri, ha detto l’altra domenica, voi avete il nido nelle sue mani”. Solo allora il piccolo ha tutto per sentirsi difeso e protetto e percepire sempre di essere amato e accolto per quello che è. In fin dei conti, non è difficile Dio: sta al fianco di chi non ce la fa, porta quel pane d’amore di cui ha bisogno ogni cuore umano stanco, abbandonato e che si sente senza amici, fratelli e confratelli… “Signore, io sono peccatore perché faccio questo, questo, questo, questo… Questa è la mia miseria, la mia piccolezza. Ma invia il tuo Spirito perché io non abbia paura delle cose grandi, non abbia paura che tu faccia delle cose grandi nella mia vita”. Dalla piccolezza cristiana nasce la vera grandezza.

don Alessandro Maffiolini