Nel tempo dell’Avvento la figura di Maria diventa naturale compagna di viaggio verso la nascita di Gesù. Essa è segno dell’amore con cui ha accolto l’annuncio dell’Angelo e modello universale di chi si prepara ad andare incontro al Salvatore che viene: siamo chiamati a essere vigilanti nella preghiera ed esultanti nella fede. Paolo VI diceva che l’Avvento è tempo propizio in cui il ricordo di Maria presenta un felice equilibrio che permette di non distaccare il culto alla Vergine dal suo necessario punto di riferimento, che è Cristo. Maria ci conduce al Figlio, non ci tiene per lei, ma ci consegna a Lui. Il tempo liturgico dell’Avvento è caratterizzato da una forte e marcata impronta mariana. Maria Santissima è veramente il volto bello e nuovo che la Liturgia dell’Avvento ci pone davanti. Anzi, possiamo affermare senza dubbio che è proprio Maria a dare un volto all’Avvento.

La Liturgia di queste quattro settimane fa perciò entrare in scena una figura di donna senza quasi nominarla, perché Essa è indissolubilmente legata al mistero della nascita di Gesù. Siamo proprio chiamati a pregare l’Immacolata per entrare in stretta relazione con Lei e scoprire l’identità del Bambino di Betlemme. La Vergine Maria è l’Immacolata perché è la Piena di Grazia fin dal primo istante della sua esistenza: ha ricevuto il dono di essere preservata dal peccato per diventare la Madre. Lei è, possiamo dire, la creatura perfetta, il capolavoro delle mani di Dio: questo comunica anche a noi la stessa possibilità, accogliendo realmente Gesù in noi, cioè nel “farlo nascere” nella nostra esistenza. La nostra vita diventa quasi un “presepe” in cui Dio agisce con la Sua potenza e misericordia.

Maria Immacolata si manifesta come Colei che si pone totalmente al servizio del Signore senza paura e senza tenere nulla per sé: in questo modo risponde con un “Sì” incondizionato alla volontà di Dio; questo “Sì” diventa fonte di gioia e felicità che dura anche nelle difficoltà della vita. Maria è dunque Donna che si mette a servizio e serve Dio, perché accoglie la Parola e “dà un corpo” alla Parola stessa che è Cristo Gesù. Anche noi, come cristiani, dobbiamo costantemente metterci al servizio di Dio, come Maria, accogliendo Gesù e nello stesso tempo generando Gesù nella nostra vita: ci è chiesto un cambio di mentalità e di conseguenza scelte diverse che devono “andare anche controcorrente” rispetto alla mentalità e alla cultura predominate.

Il “Sì” detto da Maria e il nostro hanno la capacità di riportare la vita alla sua verità originaria: tutto è stato fatto per mezzo di Cristo e tutto a Lui ritornerà. Il nostro “Sì” diventa eco di quello di Dio a tutte le Sue creature, il “Sì” misericordioso e pieno d’amore del Figlio di Dio. Come Maria siamo chiamati a diventare servitori dei nostri fratelli e a riconoscere in loro persone da accogliere e con cui entrare in relazione profonda, a prescindere da chi essi siano. L’Immacolata concezione e il tempo di Avvento offrono allora a tutti noi l’occasione preziosa per essere fedeli discepoli di Gesù e del Suo Vangelo e per interrogarci su come stiamo rispondendo alla nostra identità cristiana dopo un anno dedicato alla Misericordia.

Siamo chiamati, come Maria, a essere lievito della novità del Vangelo e della civiltà dell’amore, dove Gesù possa essere accolto come “la risposta a un’umanità bisognosa di amicizia, di verità e di solidale giustizia”. È compito di tutti cogliere quest’opportunità di Grazia e, imitando lo stile della Vergine, spalancare le porte a Cristo, Salvatore e Redentore.

Alessandro Maffiolini