E ora Sinodo per tutti

Siamo entrati in pieno nella nuova fase del Sinodo Diocesano: sono stati due anni di cammino reale di comunione e ora siamo chiamati a vivere con questo stile la comunione con Dio e con ogni persona.Il Sinodo è stato un luogo privilegiato nel quale i fedeli della Chiesa locale, secondo le diverse vocazioni e ministeri, sotto la presidenza del Vescovo hanno contribuito “alla definizione degli orientamenti pastorali per la Chiesa locale e ad indicare le vie da percorrere nella realizzazione della missione della Chiesa”. In particolare nell’Eucaristia abbiamo trovato il centro reale della comunione per rendere la nostra Chiesa famiglia di Dio con lo stile dell’amicizia, dell’attenzione ai fratelli e con la gioia del servizio. Questo è il motivo per cui abbiamo la necessità di vivere la corresponsabilità tra laici e sacerdoti, costruendo esperienze di comunione, carità fraterna, impegno concreto nel sociale e di autentica evangelizzazione. Abbiamo riscoperto che il popolo di Dio non è un gruppo di persone distinte e solitarie, che segue i propri interessi o sentimenti, ma una vera e propria comunità sacerdotale, organicamente strutturata. Ormai nessuno può più considerarsi autosufficiente nel lavoro o superiore agli altri: ognuno è necessario perché un pezzo del cammino sia svolto nel modo più conforme possibile al Vangelo e alla volontà di Dio. Solo in questo modo possiamo testimoniare insieme con coerenza l’incontro decisivo della nostra vita con il Signore Morto e Risorto.

Il Sinodo è stato un’esperienza bella e indicativa: non va posto in qualche scaffale della nostra mente o delle nostre librerie, ma deve essere lievito della Chiesa diocesana, della nostra Unità Pastorale e della nostra Parrocchia per i prossimi anni. Mostreremo a tutti di essere guidati dallo Spirito Santo, realmente presente e vivente in mezzo a noi. Altro passo su cui saremo impegnati è quello dell’invito a saper ascoltare. È rivolto a tutti i membri della comunità cristiana, nessuno escluso: ognuno ha il dovere di far sentire sempre la propria voce e di non far mancare mai il contributo alla Chiesa. Sappiamo che sarà cosa non facile, specialmente per chi, giovane o anziano, è abituato a fare tutto da solo ritenendo di non aver bisogno di aiuto. Occorrerà prestare attenzione ai falsi modi di ascoltare: è facile parlare in un certo modo, diverso è vivere con coerenza quanto è comunicato. Siamo molto bravi a fare grandi discorsi, più che a metterli in pratica. È una tentazione che viene anche a quanti hanno il dovere di guidare il popolo di Dio alla luce del Vangelo e della coscienza che da Esso deriva. Solo l’ascolto reciproco serve a maturare orientamenti condivisi all’interno dell’attuale situazione pastorale e sociale. In questo modo è possibile mettere in atto un autentico cammino comunitario, in cui ogni membro è coinvolto e aiutato a crescere: se si punta su poche persone, non si arriva da nessuna parte e il viaggio diventa solo per alcuni.

Le poche parole dette fino a questo punto sono solo un inizio per esprimere il nostro sogno di vivere, spronati dallo Spirito, il desiderio di essere accolti da ogni donna e da ogni uomo, la ricerca della volontà di Dio per servire ogni persona. Vogliamo essere una comunità che insieme inviti e susciti la voglia di amare, di ascoltare e di mettersi in autentico servizio a Dio e agli uomini. Aspiriamo anche a essere una comunità che sappia farsi accogliere per andare a “trovare ognuno nella sua vita e portare il dono della carezza di Dio e sperimentare l’amore bruciante di Dio”.

A cura di Alessandro Maffiolini