Siamo ormai così abituati a un Dio vicino a noi da non farne più una realtà fondamentale e necessaria per la nostra vita. Il miracolo più grande della potenza di Dio (insieme alla sua misericordia) ci lascia indifferenti e la sua presenza molte volte ci da addirittura fastidio. La solennità del Corpus Domini che la Chiesa ci fa celebrare, serve per sollecitare i cristiani e ogni persona di buona volontà a riconoscere nel pane consacrato Gesù. Lui ha scelto di diventare uomo e di andare liberamente incontro a una morte difficile e terribile: allo stesso modo non è strano che abbia deciso di essere presente nella forma del pane. “Egli la vita di ogni vita, l’amore di tutti gli amori, il cuore di tutta la creazione è quel pane di cui puoi mangiare. E, dunque, mangi l’infinita vita, ti nutri dell’immenso amore, introduci in te, nel tuo corpo, la pulsione eterna che muove e tiene insieme tutto il creato”. Poter partecipare a questo, permette di aprire gli occhi della mente e del cuore e sentire in noi lo stesso Spirito che ha animato Cristo. La celebrazione eucaristica è la fonte e il culmine dell’esistenza umana, creata a immagine e somiglianza di Dio, ed è capace di rendere la nostra vita, un dono agli altri. È un cammino sicuro, perché sicura è la presenza di Dio accanto a noi e nel viaggio di questa vita. È uno stile nuovo di gratitudine e di meraviglia: ci libera dalla prigionia di noi stessi e ci apre alle sorprese della Bellezza eterna. Proprio questo aprirsi, inoltre, permette ai battezzati di non poter mai chiamarsi fuori dalla complessità delle situazioni storiche: queste sono il luogo autentico e credibile dell’annuncio del Regno e l’occasione di orientare a essa il cammino del popolo di Dio. L’Eucaristia è realmente “l’evento della bellezza che salva, il rendersi presente dell’eternità nel tempo, dell’amore Trinità nella storia e nelle storie degli uomini”. È necessaria una nuova evangelizzazione che permetta di riconoscere nell’Eucaristia la bellezza di Dio, fattosi carne per noi. È utili qui, infatti, ricordare come Essa, pane dei pellegrini, nutre nei cristiani la carità che li fa immagine del Bel Pastore e li rende testimoni credibili e contagiosi della speranza che in Cristo ci è stata manifestata e donata. Ecco che bellezza non è solo un qualcosa di esteriore, ma è una realtà che trasforma il nostro cuore e la nostra vita per renderla amore autentico verso Dio e verso i fratelli. La quotidianità è il luogo in cui vivere l’Eucaristia come bellezza dell’incontro, pane del cammino, sostegno nelle difficoltà, testimonianza di gioia e felicità. La presenza di Cristo ci spinge ad acquisire una capacità nuova per parlare agli occhi e al cuore dell’uomo e per annunciargli la gioia e la bellezza della salvezza. Quest’ultima in Cristo, Pane spezzato e donato, c’è data come qualcosa capace di vincere il dolore e la morte, restituendo senso e speranza alla vita. È affascinante per noi cristiani contemplare la bellezza di Dio nell’Eucaristia: senza essa nulla ha più significato e importanza. “Senza la domenica non possiamo vivere” hanno affermato alcuni cristiani prima di essere uccisi: lo stesso fanno ancora oggi molti nostri fratelli, che nutriti del pane del cammino, hanno il coraggio e l’umiltà di porre Gesù al centro di tutto. Ritorniamo tutti senza paura a contemplare la Bellezza: arriveremo in compagnia di Gesù sulla strada della santità, cioè su un itinerario che ci permette di aprirci agli altri ed essere portatori di gioia, amore, unità e comunione autentica.

don Alessandro Maffiolini