La devozione al Cuore di Gesù non è, come si potrebbe intendere, il culto a una parte del suo organismo: è il culto e la devozione a Gesù stesso, all’intera persona di Gesù Cristo. Infatti, parlare del cuore di Gesù è parlare della sua umanità, “di colui che ci ha amati con cuore d’uomo. Parlare del cuore di Gesù è parlare dell’amore di Dio per gli uomini”. Il cuore è il simbolo dell’amore di Dio per noi che si fa dono della vita per la salvezza del mondo intero. Diversi nostri modi di dire, mostrano come il cuore rappresenta l’essere umano, è il centro autentico della persona umana, quello che le dà unità. Un famoso teologo ricorda che “il cuore è il centro del nostro essere, la fonte della nostra personalità, il motivo principale dei nostri atteggiamenti e delle nostre scelte, il luogo della misteriosa azione di Dio”. Il cuore è, in sintesi, il simbolo dell’amore; per noi è addirittura il simbolo dell’amore perfetto. Ogni essere umano e ogni figlio di Dio, ha la possibilità di imparare quello che è l’amore cercando di comprendere e di vivere ogni giorno qualcosa dell’amore di Cristo. “Ogni persona ha bisogno di un centro della propria vita, di una sorgente di verità e di bontà cui attingere nell’avvicendarsi delle diverse situazioni e nella fatica della quotidianità”. È bello fermarsi in silenzio dopo la celebrazione della messa, mettersi davanti al tabernacolo, porsi in accoglienza degli altri, specialmente i meno considerati e accettati. In questo modo diventa più facile ascoltare i battiti del nostro cuore e i battiti del cuore di Cristo che “martellano” sempre accanto a noi e dentro di noi. Lui non ci abbandona mai. Guardare al Suo Cuore permette d’incontrare inevitabilmente la misericordia e la vita. È entrare in una forza che dona la vita, che permette all’uomo di risorgere e di riprendere con decisione e fermezza il cammino della vita al ritmo dei “sogni” di Dio sul mondo. Non importa quanta sofferenza, miseria, angoscia abbiamo. Non importano neanche i nostri limiti e i nostri peccati: Dio ci ama per come siamo. Questo dovrebbe essere anche il criterio di discernimento nei rapporti interpersonali e comunitari. “Non abbiamo timore di avvicinarci a Lui! Ha un cuore misericordioso! Se gli mostriamo le nostre ferite interiori, i nostri peccati, Egli sempre ci perdona. È pura misericordia! Andiamo da Gesù”. Vedere il cuore di Gesù significa tutto questo. Attraverso noi cristiani, il mondo può comprendere che il cristianesimo è la religione dell’amore e che guardare il Cuore di Cristo è risalire all’amore del Padre. È il pozzo cui attingere senza paura l’amore di Dio per noi. È bello aggiungere poi che guardare il Sacratissimo Cuore di Gesù significa ricordare la Giornata di preghiera per la santificazione dei sacerdoti. Certo è più facile criticarli e criticarli, soprattutto quando hanno poca autorità e non servono molto. Essi, seguendo l’esempio di Gesù, spesso non rispondono, ma incassano senza problemi. Papa Francesco ricorda: il sacerdote “è povero, lui, che dà tante cose agli altri, la sua gioia deve chiederla al Signore e al popolo fedele di Dio. Non deve procurarsela da sé”. Sappiamo che il popolo trecatese è “generosissimo” nel ringraziare tutti i suoi sacerdoti, senza distinzione, per i minimi gesti di benedizione e in modo speciale per i Sacramenti.

don Alessandro Maffiolini