L’umanità intera oggi può essere giustamente chiamata ‘popolo in continuo movimento’. Ci si sposta da un luogo all’altro, da una nazione o continente all’altro, ci si muove all’interno della propria città, si desidera “salire di grado” ed essere persone conosciute, ammirate e applaudite. Ogni aspetto dell’esistenza umana è sempre un andare in avanti, alcune volte “costi ciò che costi”. Sulla stessa linea sono anche la Comunità cristiana e la questione della fede: più sono immobili, più rischiano di perdere la propria identità e di non essere “sale della terra e luce del mondo”. Occorrono cibo e bevande capaci di darci forza: per camminare occorre energia. La pagina dei discepoli di Emmaus ci svela quanto sia sconfinata la misteriosa energia spirituale nascosta nell’Eucaristia. L’immagine della vita come cammino è comune a ogni cultura: in verità l’intera storia umana è un cammino, così come lo è la vita di ogni persona. Sulla strada dei nostri interrogativi e delle nostre preoccupazioni o delle nostre illusioni, Gesù continua a volersi fare nostro compagno per aiutarci nella comprensione di Dio ed essere luce sui nostri passi. Spesso incontriamo fallimenti e sofferenze che lacerano il nostro cuore e ci spingono a intraprendere strade sbagliate e pericolose. Per queste delusioni qualcuno arriva al punto di non sapere più a chi credere e cerca altre forme di evasione e piacere. Ogni persona nel mondo ha uno sconosciuto che si unisce a lui e inizia a chiacchierare con lui: a poco a poco ci si conosce e si entra nell’intimo dell’altra persona.
Il Vangelo ci dice in modo chiaro che Gesù è in cammino a fianco degli uomini di ogni tempo: solo la fede ci permette di accoglierlo nella nostra vita. Applicando ciò alla Messa, possiamo affermare che quando uno si avvicina alla mensa eucaristica e riceve l’ostia consacrata, non vede che pane: è come se uno sconosciuto incominciasse a fare con lui lo stesso cammino. È Cristo che cammina con noi e parla al nostro cuore. È Lui il pane che ci dona forza e rende più sicuro il nostro cammino: nelle difficoltà e quando viene meno la nostra volontà, è la Sua mano che ci afferra e ci permette di vedere la luce che apre a una speranza nuova. È il Suo corpo, che possiamo ricevere ogni domenica, che ci rende uniti nella comunità e ci fa percepire di essere parte dell’unica Chiesa: solo con questo pane ci riconosciamo fratelli chiamati a percorrere insieme le strade della vita. Infatti, “L’Eucaristia ci permette di non disgregarci, perché è vincolo di comunione, è compimento dell’Alleanza, segno vivente dell’amore di Cristo” che ci consente di rimanere uniti. Gesù presente in mezzo a noi, nel segno del pane e del vino, richiede che la forza dell’amore oltrepassi ogni lacerazione e, al tempo stesso, che “diventi comunione anche con il più povero, sostegno per il debole, attenzione fraterna a quanti fanno fatica a sorreggere il peso della vita quotidiana e sono in pericolo di perdere la fede”. Nutrirci di questo pane, ci dona lo slancio per eliminare ogni rancore, per ridare luce all’amicizia e per far scaturire dal nostro cuore perdono e freschezza di vita.
Questo pane ci permette di alimentare in noi il fuoco dell’amore e della missione presso ogni fratello o sorella, diventando così la vera fonte per ogni battezzato. Senza acqua ci disidratiamo, senza pane moriamo di fame. Ognuno ha sufficiente luce, che proviene dalla fede, per riconoscerlo. E rimane sempre sufficiente oscurità per chi non vuole riconoscerlo.
“È il Tuo corpo, Gesù, che ci fa Chiesa, fratelli sulle strade della vita. Se il donarsi come Te richiede fede, nel Tuo Spirito sfidiamo l’incertezza”. Il pane del cammino ci permette di compiere grandi cose: a noi la scelta di cosa fare e di come camminare.
Alessandro Maffiolini