Diverse volte con la centralità della liturgia, pensiamo che il rosario possa diventare di ostacolo a questo e dovrebbe essere ridotto sempre più. Questa preghiera non si oppone alla giusta e corretta idea della centralità della liturgia, anzi la introduce bene e permette di viverla con pienezza di partecipazione, raccogliendone frutti nella vita quotidiana. È tradizione, in questo mese, pregare il Rosario a casa, in famiglia. Una dimensione, quella domestica, che siamo chiamati a valorizzare, anche dal punto di vista spirituale. Inoltre il culto mariano nella sua limpidezza è sostanzialmente orientato a Cristo, centro della nostra fede cristiana. Ogni decina permette di percorrere con calma uno degli aspetti o degli avvenimenti della vita di Gesù Cristo per comprenderlo, conoscerlo ed interiorizzarlo sempre di più. Più percorriamo la vita di Maria, più conosciamo intimamente il Figlio Gesù. “Nella Vergine Maria tutto è relativo a Cristo e tutto da lui dipende: in vista di lui Dio Padre, da tutta l’eternità, la scelse Madre tutta santa e la ornò di doni dello Spirito, a nessun altro concessi. Certamente la genuina pietà cristiana non ha mai mancato di mettere in luce l’indissolubile legame e l’essenziale riferimento della Vergine al Divin Salvatore”. È insomma un mezzo validissimo per favorire tra i fedeli quell’impegno di contemplazione del mistero cristiano che diventa una vera e propria “pedagogia della santità”. Il mese di maggio è l’occasione per rendere la nostra comunità sempre più autentica scuola di preghiera e casa di umanità nuova. Già lo scorso anno Papa Francesco aveva invitato alla preghiera nel mese mariano, “nel quale – aveva detto Francesco – il popolo di Dio esprime con particolare intensità il suo amore e la sua devozione alla Vergine Maria”. È bello pensare come, in questo mese di maggio, abbiamo un’occasione di contemplare in Maria, il volto di Cristo. A questa contemplazione, infatti, nessuno si è dedicato con assiduità come la Madre. Pregare il rosario significa assumere i suoi occhi e riconoscere in Gesù il Figlio di Dio, fatto uomo e arrivato così vicino a noi da farsi uno di noi. In questo modo anche il nostro sguardo non si staccherà più da Lui, il Maestro per eccellenza. In questi trenta giorni si tratta di imparare le cose che Egli ha insegnato, ma soprattutto di “imparare Lui”. E Maria è la più esperta in questo cammino: “nessuno meglio di Lei conosce Cristo, nessuno come la Madre può introdurci a una conoscenza profonda del suo mistero”. Giovanni Paolo II ricordava: “Il passare con Maria attraverso le scene del Rosario è come mettersi alla scuola di Maria per leggere Cristo, per penetrarne i segreti, per capirne il messaggio. Una scuola, quella di Maria, tanto più efficace, se si pensa che Ella la svolge ottenendoci in abbondanza i doni dello Spirito Santo e insieme proponendoci l’esempio di quella peregrinazione della fede nella quale è maestra incomparabile”. Di fronte ai diversi misteri del rosario che contempleremo, saremo stimolati a porci con umiltà gli interrogativi che aprono alla luce e arrivare così a dire anche noi “Sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”. Ci auguriamo che questo avvenga in tutti specialmente in quanti si sentono superiori agli altri e trovano sempre qualche critica da rivolgere, senza mai guardare alle proprie scelte, non sempre conformi pienamente al Vangelo.

don Alessandro Maffiolini