Desidero proporre un articolo di prima pagina, citando ampi passaggi dall’omelia del Vicario Generale di Novara, mons. Fausto Cossalter per il lunedì delle Feste Patronali. Abbiamo la speranza, anche se leggermente remota, che questa riflessione possa aprire, almeno in parte, il cuore della nostra comunità per superare gli ostacoli che ancora oggi impediscono di camminare insieme. È sempre molto bello riconoscere e testimoniare la bellezza di un Vangelo ascoltato e specialmente vissuto ogni giorno. Questo direbbe, a quanti hanno scelto di non credere in Cristo e di far come se Lui non esistesse, che almeno chi si professa cristiano cerca con tutte le sue forze e risorse di mostrare che si può vivere la Parola di Gesù. Infatti sono sicuro, come già scritto, che la testimonianza dei santi è fondamentale ancora oggi per i cristiani: permette di aprire il nostro cuore a Dio e di farlo entrare nella nostra vita. Allora riusciremo a compiere grandi cose e a cambiare la comunità e la società. Ritorneremo ancora su questi temi. Speriamo, nuovamente, che le feste di una Parrocchia, aprano la nostra comunità e gli permettano di “suonare” sempre in sintonia.

don Alessandro Maffiolini

“Siamo raccolti attorno alle reliquie di due Santi Martiri, Clemente e Cassiano, che hanno segnato profondamente la vita di questa città. Desideriamo quindi metterci alla loro scuola perché ci aiutino a non dimenticare ciò che è essenziale nella vita, la ragione della nostra scelta, che altro non è se non Cristo da incontrare, amare, testimoniare e annunciare. Se i martiri hanno dato la loro vita è stato solo per questo, non per compiere un atto eroico, ma un atto di fedeltà, di testimonianza a Cristo fino alla fine. La Chiesa ha sempre dato molta importanza alla venerazione delle reliquie dei martiri”.

“Perché riproporre ancora questo culto, che ad alcuni oggi potrebbe sembrare fuori tempo, se non perché i santi sono dei viventi che intercedono per noi e un modello e uno stimolo a camminare nella fedeltà al Vangelo? I santi, e certamente anche i nostri due martiri, si sono lasciati permeare dal vangelo fino a farlo diventare la bussola della loro vita”.

“Solo tenendo Gesù al centro della nostra vita diventiamo dei discepoli-missionari. Dobbiamo fare attenzione perché il rischio di costruire un cristianesimo fatto di tante cose, di gesti, anche di molte preghiere, ma dimenticando Cristo, c’è… Per questo dobbiamo domandare ai martiri, la grazia di vivere con il Cristo una relazione personale di fiducia, di alleanza, di amicizia, la grazia di testimoniare a tutti il Cristo e il suo Vangelo. I martiri ci invitano oggi al coraggio e alla fiducia. Ci sollecitano a non aver paura delle critiche, delle derisioni, delle aggressività che in maniera magari subdola ci sono ancora oggi verso i cristiani”.

“Gesù promette di esser sempre con noi e di sostenerci con il suo Spirito anche nelle prove”. Nel Vangelo abbiamo la testimonianza di un centurione pagano che diventa addirittura modello di fede per noi. Quest’uomo ha sentito solo parlare di Gesù, senza conoscerlo, ma capisce che la parola di Gesù non è come le altre e compie un percorso che diventa anche questo modello per noi”.

“È sorprendente questa preghiera anche perché viene da un pagano e da un uomo posto in autorità nell’ambito militare, una categoria che è più abituata a comandare che a compiere atti di sottomissione. Egli riconosce la potenza e la dignità del Cristo per cui non osa andare da Lui ed è convinto che non occorra che si scomodi a raggiungere la sua casa. Gesù con la forza della sua parola può guarire anche a distanza. Quel militare pagano merita non solo la guarigione dell’infermo, ma anche un bell’elogio da parte del Signore”.

“Noi oggi invochiamo per noi questo dono di una fede grande che i martiri ci testimoniano e il Vangelo chiede come presupposto per una vita piena e per una preghiera efficace. La nostra testimonianza sia accompagnata anche dalla preghiera che deve essere matura, cattolica cioè aperta sul mondo e orientata in tutte le direzioni e per tutti”.

“La comunità cristiana di Trecate deve farsi carico di tutti gli uomini e le donne di questa città, deve diventare sale, luce e lievito per tutti, anche per chi non si riconosce parte della comunità… Questo oggi è per noi un modo di annunciare e testimoniare la volontà di Dio che vuole che “tutti gli uomini siano salvi e giungano alla conoscenza della verità”.