Nei momenti più difficili e incomprensibili della vita, sembra che ogni cosa stia andando storta o sia contro di noi. Arriva poi spontanea in alcuni la domanda del perché questo. Ancora una volta la fede è la via che porta a comprendere il senso degli eventi e del piano misterioso di Dio: per questo il cristiano è saldo e spera nell’azione del Signore. La fede, infatti, “è apertura alla bontà divina, che si prende cura dell’uomo e lo chiama a crescere. Perciò il Signore si rivela presente con il suo amore; anche in mezzo alle onde delle difficoltà, porta la sua pace e ci invita ad affidarci a lui”. Il Signore si manifesta anche nei momenti di tempesta ed esige da noi quello stupore della fede che ci permette di affrontare le avversità della vita nella certezza che il Signore ci accompagna e costruisce il suo regno dandoci la possibilità di aderire a lui con stupore e meraviglia. La fede cristiana comporta impegno e sforzo proprio perché crede nonostante le tempeste che la mettono alla prova. Fidarci di Dio, anche quando a noi sembra che dorma, non ci isola dal mondo e dai suoi problemi. Anzi la fede è forza che infonde coraggio. Comprendo personalmente che è difficile, ma so che è possibile, nonostante tutto. L’uomo primitivo aveva naturalmente il senso del sacro, viveva i suoi rapporti con la natura come se esseri divini comandassero e guidassero ogni avvenimento. Cercava, perciò, di conquistare la divinità con riti magici. Diverse persone anche oggi ritengono di vivere in questo modo, mentre altre hanno eliminato Dio dalla loro vita se non quando diventa l’accusato di ogni cosa accaduta. Il Dio annunciato da Gesù, non è il dio delle false sicurezze umane. Non è la formula risolutiva delle nostre difficoltà e dei nostri problemi: sarebbe un dio avvilente, un dio tappabuchi. La nostra fede in Lui non è né fuga, né disimpegno. Ci sarebbe da sospettare di una fede tranquilla, facile, senza difficoltà. Dall’altra è vero essere una falsa fede quella che cercasse Dio solo come consolazione individuale e come soluzione diretta delle difficoltà nelle quali ci troviamo. “Alla base di questa fede non ci sarebbe la disponibilità assoluta nei confronti di Dio, ma il tentativo di “utilizzare” Dio ai fini della nostra sicurezza”. Diversi brani dei vangeli ci ricordano che aver fede significa abbandonarsi a Dio anche quando lui “dorme”, perché sappiamo che nessuna difficoltà può vincerci. Lui è sempre con noi e per questo siamo già vincitori. Siamo però chiamati a collaborare con Dio senza perdersi di coraggio e con tanta fede. Questa è capace di sostenerci nelle difficoltà incontrate. La paura, infatti, è una brutta compagna. Anche nella migliore ipotesi, ce la troviamo addosso come una triste eredità. “Può essere la paura del buio o del domani, il timore di qualche nemico o di una malattia, qualcosa comunque che viene a turbare la nostra serenità, impedendoci la realizzazione della felicità”. Non si vuole negare al credente l’aspetto umano della paura davanti al pericolo. Il Vangelo, tuttavia, ci ricorda che la presenza di Gesù aiuta a ridimensionare la paura, fino a scacciarla. “La fede è il credere in un Dio che interviene nell’esistenza umana e che vi si manifesta compiendovi opere che egli solo ha il potere di compiere”. La fede infine vince la paura, permettendoci di aprirci alla possibilità del nuovo, di un qualcosa che cambia la qualità della vita. “Io ho vinto il mondo” afferma Gesù. Anche noi che abbiamo fede in Lui partecipiamo di tale vittoria. La fede vince veramente la paura.

don Alessandro Maffiolini