Il titolo è sicuramente un qualcosa d’interessante ma anche un problema, specialmente per quelle persone che abitano vicino a quei luoghi adibiti dalle parrocchie a raccogliere adolescenti e giovani. Ricordo, da piccolo, le lamentele di alcune persone che abitavano vicinissimo all’oratorio del mio paese: schiamazzi, musica, palloni che entravano in giardino, campanelli che suonavano a vuoto, rumore che durava anche nelle prime ore della notte. Quante litigate col parroco per queste cose, quanti palloni bucati per vendetta, quanti brontolamenti e critiche verso la parrocchia, perché – lo sanno tutti – è la “proprietaria” dell’Oratorio.

Dobbiamo essere onesti, ogni comunità ecclesiale è chiamata, per sua stessa natura, a dedicare alle giovani generazioni un’attenzione particolare per aiutarle nella crescita umana e cristiana. L’oratorio, come ben esprime la parola stessa, “è un luogo dove si prega, ma anche dove si sta insieme nella gioia della fede, si fa catechesi, si gioca, si organizzano attività di servizio e di altro genere”. Quanti lo frequentano sono realmente fortunati, perché hanno innumerevoli occasioni per maturare sempre di più, entrare in comunione col Signore e poterlo seguire. L’oratorio è il punto solido per la pastorale dei ragazzi, degli adolescenti e dei giovani; inoltre è la sorgente di giovani cristiani pronti a dedicarsi al servizio degli altri nell’ambito della comunità cristiana per sostenerla e farla crescere. Inoltre, davanti a nuove criticità e problematiche del mondo giovanile, non è strano vedere gli oratori in prima linea per offrire risposte concrete e valide, spesso in collaborazione con comuni e associazioni. Tante volte si sente dire “I giovani dell’oratorio, i ragazzi dell’oratorio”. Dobbiamo, innanzitutto, come comunità civile, renderci conto della fortuna di avere nella nostra città un luogo del genere, dove i giovani non sono lasciati soli, ma sono accompagnati da educatori e animatori e da adulti che cercano di dare testimonianza concreta del messaggio del Vangelo. Sostenere l’oratorio con il proprio tempo, con la propria disponibilità anche economica, indica una buona capacità di discernimento verso il futuro e la volontà concreta di formare giovani pronti a essere protagonisti e costruttori della società del futuro. Investire nell’Oratorio, in un senso anche ampio, non è una perdita ma è un investimento che nel futuro renderà sicuramente le cose migliori. Gli errori ci possono sempre essere, ma con la collaborazione e il sostegno di tutti, possono essere riconosciuti e superati per il bene delle giovani generazione e della comunità. Proprio per questi motivi siamo fortunati ad avere un oratorio che sta cercando di configurarsi come “un variegato e permanente laboratorio d’interazione tra fede e vita”. Da un lato questo permette a quanti sono coinvolti a vario titolo nella vita dell’oratorio di vivere “un’esperienza globale che trae dal Vangelo forza e significato e che ha nell’incontro con il Signore Gesù la sua fonte e il suo culmine”. Dall’altro diventa possibile progettare e proporre cammini differenziati, nei quali sono coinvolti anche ragazzi e giovani provenienti da altre culture e religioni.

È la fortuna di avere un oratorio: grazie al fondamento “Gesù” è disponibile ad accogliere tutti quelli che desiderano compiere un cammino per diventare gli adulti del domani.

Allora basta critiche: sosteniamo il nostro oratorio perché trovi sempre più strumenti e mezzi per attrarre e accompagnare adolescenti e giovani in cerca del loro futuro.

Alessandro Maffiolini