La Misericordia del Padre – Fare penitenza

Siamo davanti a un’espressione che sembra evocare un senso di punizione, una pena che colpisce e affligge chi ha commesso un grave torto o chi desidera ricercare una perfezione spirituale. In ogni caso, spesso percepiamo questa frase come un qualcosa riservato a pochi: a chi per vocazione assume la penitenza come dimensione della propria vita, a chi per devozione o obbedienza vi si sottopone per qualche periodo. Associamo automaticamente il ‘fare penitenza’ con alcuni stati di vita, a certe esperienze, o lo riduciamo ad alcune preghiere da dire velocemente e senza pensarci. Eppure nel Vangelo è un invito rivolto a tutti, a quanti desiderano camminare sul modello di Gesù e arrivare a conoscerlo ed incontrarlo anche nei fratelli. Ritorniamo al suo significato originario: esso deriva dal latino che traduce dal greco il termine “metanoia”, che significa mutamento interiore.

Fare penitenza allora esprime l’idea del cambiare dentro, in se stessi, e di lavorare affinché questo cambiamento modifichi il modo di vivere e di essere in relazione con Dio, con se stessi e con le altre persone. È il cambiare vita, l’iniziarne una nuova che parte dall’incontro con Dio e che non smette di rinnovarsi ogni giorni e di seguire l’esempio di Gesù. È l’abbandonare le nostre certezze per camminare sulla strada delle novità sorprendenti del Vangelo, riconoscendo i propri errori, lasciandosi riconciliare dall’amore di Dio e mettendo rimedio al male commesso. È riprendere il cammino della fede, un cammino di opportunità che Dio pone davanti ad ogni persona perché possa cambiare vita, illuminata dalla Sua Parola. Questa circostanza favorevole è prima di tutto un dono del Padre e poi una scelta assunta liberamente che impegna tutta la vita cristiana. È un’esigenza che trova origine nel Battesimo, si conferma nella Cresima, si nutre costantemente dell’Eucaristia e si rinnova, una volta persa, nel sacramento della Riconciliazione.

Tutto ciò si trasforma in esercizio continuo di conversione e porta in sé la gioia del dono di Dio e la fatica del lavoro che siamo chiamati a compiere su di noi per permettere alla Parola di crescere e di portare frutti. Certamente non è facile, perché implica il ‘passare dalla porta stretta’ e vivere ogni giorno come se fosse il primo, l’unico e l’ultimo. Fare penitenza implica la fede, una realtà che non è un’ideologia cui aderire con l’intelligenza, non è un codice etico e nemmeno un qualcosa di vecchio e di retrogrado. La fede, se siamo onesti, è l’incontro con una persona viva: va accolta, nutrita, coltivata, custodita e comporta sofferenza per generare vita e gioia. Dobbiamo essere onesti: un’esistenza cristiana non è scontata o naturale, ma va fatta crescere a poco a poco, altrimenti rischia di morire. Dobbiamo prenderci cura di noi stessi e della nostra fede, lasciandoci smuovere dalla Parola, aprendo il nostro cuore e avendo disponibilità a cambiare secondo la volontà del Padre. Fare penitenza non è facile, ma è possibile, affidandoci al Signore e trasformando quotidianamente la nostra vita. Allora avanti tutta e senza timore.

Gesti concreti

Molte persone per tutta la Quaresima rinunciano (senza farlo notare) a mangiare dolci per dare un maggiore significato alla festa, a cui ci si prepara. Grazie al variare dei cibi, ci si può educare a distinguere i tempi della festa, quelli ordinari e quelli di penitenza.

Alcuni hanno preso l’abitudine di saltare periodicamente il pranzo o la cena, oppure si accontentano di poco cibo, per meglio comprendere la condizione degli affamati ed essere solidali con loro.

Una coppia di fidanzati può decidere di non vedersi in certi giorni della settimana, per ottenere la grazia di amarsi con un amore non solo naturale e sensibile, ma soprattutto spirituale.

Molti in Quaresima lasciano la televisione spesso spenta e utilizzano il tempo risparmiato per dedicarsi alla preghiera, alla lettura spirituale, a qualche opera di Misericordia o anche per parlare con serenità con i propri familiari e amici.

Elevare con maggiore insistenza la preghiera a Dio per sé e per i fratelli, oltre che per chiedere la forza di riparare i danni causati dalle proprie mancanze.

Astenersi dal fare acquisti costosi e inutili, per imparare a servirsi delle cose che si hanno.

Intensificare la celebrazione della confessione facendosi aiutare a correggere i propri difetti.

Vivere con amore con quanti stanno intorno, accettando con pazienza le piccole croci di ogni giorno.

Fare silenzio nella propria giornata diventa utile per distinguere la Parola di Dio dalle tante parole a cui siamo sottoposti.

Ricordarsi che fare penitenza è un cammino da compiere ogni giorno, a piccoli passi verso il cambiamento del proprio modo di comportarsi e della propria esistenza.

A cura di Alessandro Maffiolini