La misura dell’amore

Oggi gli esseri umani sono abituati a misurare tutto con precisione: le mamme quando preparano le torte usano la bilancia per pesare gli ingredienti, la sarta quando sistema un vestito utilizza il metro, gli alunni quando fanno i compiti adoperano il righello, ecc … ma Dio quando misura usa un metro tutto speciale. Quello che noi vediamo come piccolo, per Dio è molto grande, quello che noi consideriamo gigante, per Dio è piccino, quello che noi pensiamo essere povero e misero, per Dio è ricco e prezioso. Dio non vede le cose come le vediamo noi, ha degli occhiali particolari, quelli dell’amore: guarda tutti gli uomini e le donne con tenerezza e, chi vuole bene, non usa più il righello di scuola ma il metro dell’amore. Dio è la persona che ci ama di più, non vede tanto i nostri difetti e i nostri sbagli, per Lui siamo prima di tutto e sopratutto figli tanto amati! Siamo sinceri: anche la nostra intelligenza ci aiuta a comprendere l’importanza di amare le altre persone, specialmente alcune che consideriamo più vicine e più affini a noi. Il Vangelo domanda di rimanere nel Suo amore, perché è l’amore del Padre e di mettere in pratica i Comandamenti: questi sono la base, i fondamenti che ci permettono di seguire inoltre “tutte le cose che Gesù ci ha insegnato, questi comandamenti della vita quotidiana, che rappresentano un modo di vivere cristiano”. Occorre quindi prestare molta attenzione, perché ci sono “amori” che ci allontanano da Dio e dalle altre persone: è l’amore al denaro, l’amore alla vanità, pavoneggiarsi, l’amore all’orgoglio, l’amore al potere, anche facendo tante cose ingiuste per avere più potere e molti altri. Quando al centro mettiamo noi stessi con i nostri bisogni, i nostri desideri e la nostra volontà, non arriveremo mai all’amore vero. L’amore raccontato da Gesù è un amore fondato su quello del Padre e diventa dono sino alla fine. Non richiede nulla in cambio ed è senza misura. Il Papa ci ricorda che amare a metà, non è amare. Occorre distinguere con chiarezza che una cosa è volere bene e un’altra cosa è amare. “La misura dell’amore è amare senza misura”: amare è infinitamente più del voler bene. Gesù è esempio e modello di questo. È Lui, infatti, ad aver compiuto il primo passo verso di noi: ci ha anticipato e l’ha fatto in modo incondizionato. Dio sa amare sempre per primo, non per dovere e perché ci deve restituire qualcosa: semplicemente ci ama perché Egli stesso è amore. E l’amore non può far altro se non diffondersi ovunque e donarsi a tutti indistintamente. Gesù non richiede neanche la nostra conversione: casomai, questa è una conseguenza dell’amore di Dio. Chi si riconosce amato, non può se non amare allo stesso modo a sua volta. È così semplice questo discorso. Tutti amiamo qualcuno o qualcosa. Fondamentale è riconoscere Dio e vivere alla luce del suo amore. Certo abbiamo solo affrontato appena la superficie di tale discorso: i cristiani ne fanno esperienza ogni volta che fanno comunione nell’Eucaristia e vivono da veri fratelli con le altre persone. Il tempo ci darà occasioni di approfondire meglio. Se Dio ama così tanto l’uomo, ogni uomo deve amarlo sopra ogni cosa; ma ciascuno di noi deve amare anche gli altri. Il precetto dell’amore del prossimo non è separato né separabile da quello dell’Amore di Dio, essendone la necessaria conseguenza. Amare in questo modo è l’unica possibilità “perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena”.

don Alessandro Maffiolini