Il cammino della Quaresima trova il suo scopo e culmine nella Settimana Santa, specialmente nel Triduo Pasquale, i tre giorni santi in cui la Chiesa fa memoria del mistero della passione, morte e risurrezione di Gesù. Lui, Figlio di Dio, ha accettato di percorrere fino in fondo la volontà del Padre: solo così noi possiamo vivere in Lui e per Lui e condividere con i fratelli quanto ricevuto. Nelle prossime giornate, cari trecatesi, siamo chiamati a partecipare con intensità ai tre giorni più santi di tutto l’anno: raccoglimento e preghiera perchè le varie celebrazioni sono occasioni uniche per attingere “alla fonte dell’acqua viva e della salvezza”. In tale occasione fondamentale è l’opportunità di incontrare la Misericordia del Padre nella Confessione: il perdono permette di partecipare con cuore libero e aperto al cammino della salvezza e condividere la stessa esperienza di Cristo.

Il Giovedì Santo al mattino accade un evento particolare. Ogni comunità diocesana, radunata nella chiesa cattedrale, la Chiesa madre, celebra attorno al suo Vescovo e con i sacerdoti la Messa crismale: in essa sono rinnovate le promesse fatte nel giorno dell’ordinazione (per ricordarsi di essere totalmente consacrati a Cristo e ai fratelli) e sono benedetti il sacro Crisma, l’Olio dei catecumeni e l’Olio degli infermi, usati per l’amministrazione dei sacramenti. È il giorno della festa per i nostri sacerdoti: caro trecatese, prega per il tuo parroco e per i sacerdoti suoi collaboratori, affinché seguano sempre il Vangelo e compiano nella propria vita esclusivamente la volontà di Dio.

Nel pomeriggio o nella serata “inizia effettivamente il Triduo pasquale, con la memoria dell’Ultima Cena, nella quale Gesù istituì il Memoriale della Sua Pasqua, dando compimento al rito pasquale ebraico”. Lui è il vero Agnello pasquale, il vero cibo che dona la vita: “manifesta l’intenzione di perpetuare la Sua presenza in mezzo ai discepoli”; il pane e il vino diventano realmente il Suo Corpo e il Suo Sangue. È uno stare con noi che ci porta a vivere una cosa semplice ma al tempo stesso difficile. L’amore ricevuto da Gesù va testimoniato concretamente a tutti i nostri fratelli e sorelle, chiunque essi siano. È necessario, però, essere contagiati da quest’amore: ecco l’adorazione notturna, non un ‘qualcosa in più’, ma l’occasione per sostare un po’ e contemplare quest’amore infinito. Così abbiamo l’opportunità di vincere quella sonnolenza che spesso accompagna la vita delle persone e dei battezzati.

Caro lettore, anche tu hai ricevuto il Battesimo: vinci la tua insensibilità verso Dio e i fratelli, il tuo desiderio di fare da solo, la tua a volte poca considerazione verso le altre persone. Il Vangelo ci dice che Cristo ha compiuto scelte diverse, contro corrente, difficili per noi: sono le uniche però capaci di aprire tutti alla Misericordia del Padre e di permettere, a chi sta entrando in comunione con Lui, di annunciare le Sue meraviglie al mondo intero, sino alle periferie, sino agli estremi confini. Compreso anche in parte ciò, è molto più facile capire gli altri giorni del Triduo e avere il desiderio di viverli, senza allontanarsi da Gesù o far finta che non stia accadendo nulla. Noi cristiani non vogliamo, non possiamo mettere a tacere quanto grida dentro il nostro cuore.

Cari amici, fratelli, sorelle, vicini o lontani, nel “rivivere il santo Triduo, disponiamoci ad accogliere anche noi nella nostra vita la volontà di Dio, consapevoli che nella volontà di Dio, anche se appare dura, in contrasto con le nostre intenzioni, si trova il nostro vero bene, la via della vita”. Buona Settimana.

 Alessandro Maffiolini