MISERICORDIA ET MISERA

 

IL SACRAMENTO DELLA RICONCILIAZIONE

È il momento in cui sentiamo l’abbraccio del Padre che viene incontro per restituirci la grazia di essere di nuovo Suoi figli. Noi siamo tutti peccatori, ma la Grazia ci precede e assume il volto della misericordia che si rende efficace nella riconciliazione e nel perdono. Dio ci fa capire che il Suo amore è più forte e grande dei nostri peccati e dei nostri limiti. È una strada che ci conduce alla conversione a Dio e ci fa sperimentare la Sua vicinanza che ci apre alla gioia. Quanta tristezza è presente in chi rimane chiuso in sé e diventa incapace di perdonare: il rancore, la rabbia e la vendetta rendendo la vita infelice e incapace di portare frutto.

I Missionari della Misericordia sono stati un segno tangibile di un ministero capace di rendere efficace la grazia del perdono. Il Papa si rivolge ai sacerdoti e rinnova l’invito a prepararsi con grande cura al ministero della Confessione, che è una vera missione sacerdotale. Li ringrazia per il servizio compiuto e chiede “di essere accoglienti con tutti; testimoni della tenerezza paterna nonostante la gravità del peccato; solleciti nell’aiutare a riflettere sul male commesso; chiari nel presentare i principi morali; disponibili ad accompagnare i fedeli nel percorso penitenziale, mantenendo il proprio passo con pazienza; lungimiranti nel discernimento di ogni singolo caso; generosi nel dispensare il perdono di Dio”.

I sacerdoti per primi sono stati perdonati in vista di questo ministero e resi quindi testimoni in prima persona dell’universalità del perdono. Il Papa invita poi a non bloccarsi: “Non c’è legge né precetto che possa impedire a Dio di riabbracciare il figlio che torna da Lui riconoscendo di avere sbagliato, ma deciso a ricominciare da capo”. Da qui arriva l’invito a far ritrovare al sacramento della Riconciliazione il suo posto centrale nella vita cristiana; questo richiede sacerdoti disponibili a mettere la propria vita a servizio della riconciliazione. Così a tutti è donata la possibilità di sperimentare la forza liberatrice del perdono e “a nessuno sinceramente pentito è impedito di accedere all’amore del Padre che attende il suo ritorno”. Ogni battezzato è chiamato a non vanificare con comportamenti contraddittori l’esperienza della misericordia e ad aiutare le persone a illuminare lo spazio della coscienza personale con l’amore infinito di Dio. Nessuno deve mai smettere di credere nella forza rinnovatrice che scaturisce dalla grazia del Padre che dona con abbondanza il Suo Spirito.

 

LA NECESSITÀ DELLA CONSOLAZIONE

Alcune parole dell’Antico Testamento, specialmente dei profeti, risuonano ancora oggi in modo forte: “Consolate, consolate il mio popolo”. A quanti sono nella sofferenza può e deve giungere una parola di speranza, di una speranza che deriva dalla fede nel Signore Risorto. Molte volte si è messi a dura prova: non deve però mai venir meno la certezza che Dio continua ad amarci e a sostenerci. Lui è continuamente vicino a noi, anche nell’affetto e nel sostegno di tanti fratelli che incontriamo ogni giorno. Loro possono, illuminati dalla Parola di Dio, offrire consolazione e asciugare le lacrime.

Nessuno, ricorda il Papa, è immune alla sofferenza, al dolore e all’incomprensione. “Quanto dolore può provocare una parola astiosa, frutto dell’invidia, della gelosia e della rabbia! Quanta sofferenza provoca l’esperienza del tradimento, della violenza e dell’abbandono; quanta amarezza dinanzi alla morte delle persone care”. Dio è sempre vicino in questi casi e non ci lascia mai soli: una parola, un abbraccio, una carezza, una preghiera diventano espressioni della vicinanza di Dio attraverso la consolazione offerta dai fratelli. Spesso il silenzio è di grande aiuto, perché a volte non ci sono risposte da dare agli interrogativi di chi soffre. A essi può supplire la compassione di quanti sono vicini, amano e tendono la mano per stare con noi: il silenzio, nell’ottica del Vangelo, diventa un momento di forza e di amore con la capacità di trasformarsi in un’opera di condivisione e partecipazione alla sofferenza del fratello.

Il Papa aggiunge una parola sulla famiglia, la cui bellezza rimane immutata, nonostante tante oscurità e proposte alternative. Il Sacramento del Matrimonio non solo rafforza la famiglia perché sia luogo privilegiato in cui vivere la misericordia, ma impegna ogni comunità cristiana, e tutta l’azione pastorale, a far emergere il grande valore della famiglia stessa. La Misericordia permette di vedere le difficoltà umane con l’atteggiamento dell’amore di Dio che non si stanca mai di amare, accogliere e accompagnare. Ciò richiede un discernimento spirituale attento e profondo perché chiunque possa sentirsi concretamente accolto da Dio.

Particolare rilevanza assume infine il momento della morte: essa va affrontata e preparata come passaggio doloroso e ineludibile, ma carico di senso. È l’estremo atto di amore verso le persone che ci lasciano e verso Dio cui si va incontro. È un accompagnamento importante: permette di vivere la vicinanza alla comunità cristiana nel momento di debolezza, solitudine, incertezza e pianto.

 

A cura di Alessandro Maffiolini