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Per la quattordicesima volta mons. Franco Giulio viene a toccare con mano la vita delle Unità Pastorali Missionarie: quella formata da Cerano, Sozzago e Trecate ha avuto la gioia di averlo presente venerdì 9 dicembre. Dopo un paio d’ore di dialogo con i sacerdoti, ha avuto un incontro con circa duecento operatori pastorali delle diverse comunità. È stata l’occasione per il Vescovo di sollecitare i presenti ad assumersi la capacità di chinarsi con passione sulla storia delle persone e di acquisire a poco a poco la consapevolezza che gli strumenti costruiti insieme sono un aiuto necessario. Il Vicario generale e il Vicario della Pastorale hanno introdotto la serata rilevando come le varie comunità siano chiamate a vivere la missione del Vangelo sul territorio e a mettere insieme i vari doni per diventare ricchezza per tutti. Ecco la necessità di maggiore partecipazione e responsabilità dei laici che si traduce in una maggior visibilità dei “ministeri laicali”.

La presentazione dell’Unità Pastorale si è sviluppata attorno ad alcune direttrici fondamentali: i giovani hanno evidenziato le risorse presenti, il cammino già compiuto insieme e lo stile di animazione che ha portato a iniziative comuni; hanno però sottolineato anche alcune fatiche circa il cammino dei gruppi, le scelte del tempo libero e la difficoltà a coinvolgere i più piccoli in “un passaggio di consegne” e in un cammino di fede strutturato. Il Vescovo ha ricordato la necessità di avere persone che sentano la Chiesa come una realtà generativa; specialmente gli adolescenti e giovani devono avere qualcuno di significativo che gli sia accanto e li accompagni all’animazione e alla formazione. Seconda via è quella della famiglia, su cui ha posto l’accento circa la necessità di impostare a livello di Unità Pastorale Missionaria un cammino sempre più specifico e capace di accompagnare i membri in ogni momento della loro vita: molte sono le iniziative che devono essere amalgamate e diventare itinerario di crescita e di avvicinamento al Signore. Questo è l’elemento centrale che mons. Franco Giulio ha rimarcato: essere sempre più attenti alla famiglia, far percepire che essa ci interessa proprio ‘perché famiglia’ e che a noi sta a cuore la sua crescita insieme a quella dei figli.

In questo campo non può mancare il tema della “Carità”: le tre Caritas parrocchiali stanno iniziando un confronto e una collaborazione con lo scopo di potenziare i servizi e ampliare l’area d’intervento. Stanno cercando inoltre di aiutare le persone a comprendere come “non è il molto dato da pochi che cambi le cose, ma il poco dato da molti”: è una Comunità intera che si deve prendere cura di chi è nel bisogno e non solo pochi delegati; solo così il “povero” non è più semplicemente un numero, ma una persona concreta e conoscibile. Su questo il Vescovo ha invitato a stare vicino alle persone perché “si liberino del bisogno”, cioè ha ricordato la necessità di suscitare nelle persone che aiutiamo un forte senso di responsabilità e di partecipazione: la carità prima di essere un problema di risorse è una questione di intelligenza.

Un’ultima parola è andata alle due congregazioni religiose femminili presenti sul territorio. Sono state invitate a diventare comunità capaci di educare e usare tutta la propria intelligenza per rendere coscienti gli altri che la vita non si risolve solo nel “qui e ora”, ma è una realtà più vasta e ampia. Infine il Vescovo ha risposto ad alcune domande poste dall’assemblea e ha terminato invitando a camminare e a lavorare insieme: “La nostra Unità può essere ‘sperimentale’ per la sua particolarità e le molteplici ricchezze, ma partiamo senza paura e non perdiamo la corsa del treno”.

Alessandro Maffiolini