La curiosità è un istinto che ha origine dal desiderio di sapere qualcosa. La curiosità è un comportamento o un istinto, di natura abituale o episodica, caratteristico dell’uomo ma diffuso anche in alcune specie animali, atto a soddisfare un desiderio inquisitivo circa la natura di un oggetto o di un fenomeno. È un “aspetto emozionale che, riguardando l’esplorazione, l’investigazione e l’apprendimento, descrive un numero non ben conosciuto e identificato di meccanismi e comportamenti psicologici che hanno come fine il placare l’impulso degli esseri viventi a trarre informazioni e interagire con l’ambiente”. È normalmente considerato un comportamento positivo sia nella scienza sia nell’intelligenza: rappresenta un istinto che guida alla scoperta di nuove informazioni, il carburante della scienza e delle discipline dello studio umano. Se facciamo riferimento ai bambini, possiamo dire che essi sono particolarmente curiosi e specialmente nei telefonini, come in tutto il mondo virtuale, trovano anche tante cose brutte rischiando di finire prigionieri di queste curiosità non buone. Se arriviamo agli adolescenti e giovani, vediamo come loro siano ormai rinchiusi nel “virtuale”: addirittura per diversi è questo il mondo in cui vivono veramente e non riescono a distinguerlo più da quello reale. Certo anch’essi sono molto curiosi; vanno però aiutati dalla società a maturare sapendo riconoscere il male e le curiosità cattive che impediscono di crescere e di diventare adulti capaci e altruisti. Arriviamo agli adulti: supponiamo che abbiano tutti avuto un processo buono di maturazione nelle varie sfere della vita. Vi sono alcune cose negative. Per esempio, quella di “annusare” nella vita di altre persone. Qualcuno può dice che è cosa da donne: il chiacchiericcio, in verità, è un patrimonio di donne e di uomini; è un patrimonio di tutti, è una cosa brutta perché “è cercare che la curiosità non vada al posto sicuro di una risposta che sia la verità”. Molti adulti sono curiosi, anche diversi cristiani, perché cercano di trovare “posti che alla fine sporcano le altre persone”. E questo non va bene. Tutti siamo responsabili di aiutare le altre persone a vivere in questo mondo, perché la voglia di sapere non sia voglia di essere curiosi, e finiscano prigionieri di questa curiosità. Dobbiamo riconoscere quando una cosa è buona e quando invece è negativa e non va assolutamente accolta nella nostra vita. Certo non è facile. La curiosità spinge a guardarsi intorno, ma chi è saggio si concede anche tempo e fatica per scrutare la propria anima. Cresciamo e ci trasformiamo nell’aspetto fisico e nello spirito; e scopriamo le cose in una luce nuova: c’è una vita che esplode non solo fuori, ma anche dentro di noi! A molti uomini o donne piace lo scoprire il torbido attorno a loro e negli altri e di conseguenza diffamare le persone: continuamente si trova qualcuno che viene dietro a queste illazioni e ci crede sempre e comunque. La curiosità negativa è attraente e piacevole ma conduce unicamente a distruggere le persone (le uccide) e ad annullare la nostra umanità e compassione. Il Papa invita, allora, ad andare dove c’è la gioia vera, quella che è radicata proprio in Dio, e che attraverso lo Spirito Santo ci aiuta a non sbagliare. Chiediamo allora al Signore di purificarci nell’accettare le curiosità – ci sono curiosità buone e non tanto buone – e “saper discernere dicendo a se stessi no, questo non devo vederlo, questo non devo domandarlo”. Le vacanze estive possono essere un punto di ripartenza per accogliere solo le curiosità buone.

don Alessandro Maffiolini