Iniziare il tempo di Quaresima, molte volte, è dovuto a un fatto di calendario e non riesce a coinvolgere tutte le persone possibili. Diversi non sanno neanche di essere entrati in un tempo particolare; altri rimangono indifferenti; per altri ancora nulla forse cambierà nella propria vita. Ci sono, infine, un gruppo di persone che hanno il coraggio di cominciare un viaggio affascinante che inizia con il rito delle ceneri sparse sul capo o sulla fronte. È un segno esteriore che, accompagnato dalle parole semplici “Convertiti e credi al Vangelo”, permette d’intraprendere un’avventura concreta che in quaranta giorni può portare a un’autentica conversione. Nei Vangeli della Quaresima Cristo si pone con decisione dalla parte di quell’umanità sofferente e abbandonata dai potenti e dai Paesi “civilizzati”. Oggi, il clima comunicativo prevalente prevede un persistente tentativo di prendere la parola, attirare l’attenzione esclusivamente su di sé e impedire di ascoltare l’altro. Abbiamo iniziato questi quaranta giorni in cui abbiamo la possibilità di immetterci in una strada controcorrente: aprire le orecchie del nostro cuore a Dio che ci parla nella Sua Parola e attraverso i fratelli e le sorelle che incontriamo quotidianamente. Diventa così possibile un nuovo modo di vedere le persone e la Storia: grande è chi ha il coraggio di andare alla ricerca degli umili e degli abbandonati per giungere alle “periferie” di Trecate, di Novara, del Piemonte, dell’Italia e del mondo intero. Solo in questo modo, l’uscire da se stessi e “dal proprio orticello” permette di accorgersi dell’altro e di entrare in sintonia con lui per soccorrerlo e sostenerlo. È fatica, certo, ma diventa anche entusiasmante perché è condividere lo stesso amore del Padre per l’umanità tutta.

È inoltre un periodo in cui è possibile ritrovare noi stessi. Tanti hanno smarrito la strada e perso il senso dell’esistenza: solo in Gesù possiamo riconoscere il nostro vero volto; “nella Sua persona ritroviamo la possibilità di un incontro autentico con gli altri, riscoperti come fratelli e sorelle”. Ecco che recuperiamo il significato vero di Comunità. La Chiesa in quaranta giorni ci suggerisce di assumere una visione del mondo basata unicamente sulla misericordia e su di uno stile di servizio umile e disinteressato. Il Papa ci ricorda che proprio questo è una rivoluzione: cambia la lettura dei fenomeni, offre una visione, manifesta delle piste di azione concrete che richiedono una conversione personale e comunitaria.

Proclamiamo con forza che la Quaresima è il tempo per eccellenza della libertà. Diciamolo a tutti: possiamo rinnovare la grazia del Battesimo ogni volta che riceviamo la Riconciliazione; ogni volta che partecipiamo alla Messa ed entriamo in comunione almeno con la Parola ascoltata possiamo scegliere il bene e fare nostri gli impegni di digiuno, preghiera, elemosina. La conoscenza del Vangelo conduce alla libertà e alla capacità di scegliere il bene stesso. È spontaneo per chi è cresciuto con il cardinal Martini concludere con una frase che può aiutarci ad assumere una visione a 360 gradi e a fare nostro un volto di Chiesa che “è quello di una comunità cristiana composta non solo da coloro che vanno a Messa la domenica ma da coloro che vivono per gli altri. Sembra poco, però è tutto! E c’è un’aggiunta importantissima. Di coloro che vivono per gli altri perché vanno a Messa la domenica”. Sarebbe bello che a Pasqua potessimo noi cristiani dire senza paura di aver compreso l’unità tra Eucarestia e Carità, Fede e Amore, Fede e Opere, “tra Fede e Vita, che è l’ideale fondamentale cristiano”.

Buon cammino: buona conversione.

Alessandro Maffiolini