Il titolo riprende la frase decisiva e fondamentale dell’episodio della Samaritana al pozzo di Sicar così come riportata nel Vangelo di Giovanni. In questo itinerario di riscoperta del battesimo che stiamo facendo insieme in queste settimane, è necessario soffermarci su tali parole ed entrare nel vivo della scena per diventare spettatori diretti e addirittura attori partecipanti. Dio desidera che il Suo Figlio cammini in mezzo alle persone, a tutte le persone, specialmente quelle più in difficoltà e sole. Dio vuole incontrare i suoi figli e compie sempre il primo passo. E Lui attende a ogni ora, non si stanca mai di aspettare. Anche noi battezzati siamo chiamati a fare un passo verso Dio, per incontrarlo e conoscerlo, e verso i fratelli. Solo così possiamo entrare in sintonia con loro e costruire un mondo nuovo in cui ha stabile dimora la giustizia e l’amore. Sembra un qualcosa di difficile. Non è così. Se permettiamo a Dio di entrare nella nostra vita e di farci crescere nella Sua Parola, tutto diventa più facile. Lui è con noi e non ci abbandona mai. Spesso abbiamo un atteggiamento distaccato e ostile verso Dio visto come una realtà distante da noi e incapace di fare la nostra volontà e realizzare i nostri desideri. È perché non lo abbiamo mai conosciuto veramente o lo conosciamo solo con superficialità. Come vorremmo anche noi che oggi fosse il nostro momento per incontrare Gesù, vicino a “un pozzo qualunque; forse accanto ai pozzi di acqua avvelenata su cui ci avventiamo ogni giorno per dissetare la nostra sete di amore, di felicità, di santità o chissà di quale altra sete, forse innominabile”. Dobbiamo ricercare acqua fresca e viva rispetto all’acqua avvelenata che spesso ci è offerta o che alcune volte ridiamo a nostra volta agli altri. È questione di libertà. È una libertà orientata alla scelta di Dio nella propria vita. Tutti siamo realmente liberi se scegliamo di far entrare “l’acqua viva” nella nostra esistenza e permettiamo di essere riempiti del suo amore. Occorre allora conoscere il dono di Dio, conoscere Gesù. Non è così scontato che sia conosciuto anche da quanti si professano cristiani. Si parte con una testimonianza di un altro. È sempre così la fede. Uno comincia a credere in Gesù Cristo perché qualcun altro glielo ha trasmesso: i nostri genitori o i nonni, i nostri sacerdoti, i nostri catechisti, i nostri amici. È una fede che però deve crescere sempre di più. Nel battesimo ci è donata; nel momento in cui riscopro la bellezza e l’importanza del battesimo, si arriva finalmente ad una fede basata unicamente sulla Parola di Gesù e sull’incontro con Lui. È non solo parola che ci racconta di Gesù, ma Parola che “oggi” Gesù stesso rivolge a me e a ogni persona per educare il desiderio, per soddisfare la sete profonda di vita che ci portiamo dentro. Allora Lui diventerà “sorgente di acqua di viva”, capace di dissetare, capace di dare vita. E noi faremo altrettanto: doneremo agli altri quanto ci è stato dato gratuitamente. Dio non ha limiti nell’amore e nella misericordia. E noi la gioia di trasmettere l’incontro con Lui con generosità inesauribile. “Sappiamo chi è Gesù, ma forse non l’abbiamo incontrato personalmente, parlando con Lui, e non lo abbiamo ancora riconosciuto come il nostro Salvatore. Questo tempo di Quaresima è l’occasione buona per avvicinarci a Lui, incontrarlo nella preghiera in un dialogo cuore a cuore, parlare con Lui, ascoltare Lui; è l’occasione buona per vedere il suo volto anche nel volto di un fratello o di una sorella sofferente”. Solo attingendo alla “fonte di acqua viva troviamo il senso della nostra vita e acquistiamo una profonda conoscenza di noi stessi”. È questo il vero dono di Dio!

don Alessandro Maffiolini