Molte persone affermano di seguire Gesù. La questione è che occorre capire quale Signore stiamo seguendo e se è quello raccontatoci dai quattro Vangeli canonici. Un elemento fondamentale è che “le mie pecore ascoltano la mia voce”. È la prima grande sorpresa: una voce attraversa le distanze, un io si rivolge a un tu, il cielo non è vuoto. Un Amore infinito chiede di entrare nella nostra vita finita e piena di limiti. Nasce quindi la domanda: “Perché le pecore ascoltano?”. Alla luce dei Vangeli, la risposta è semplice: perché il pastore non s’impone a nessuno, si propone con umiltà alla libertà delle pecore. È una voce che parla al cuore e cerca di dare le risposte più profonde di ogni essere umano. È una voce che tocca il cuore e può essere ascoltata: conosce bene cosa abita il cuore delle persone. “C’è uno che mi ha detto tutto di me”, dice la samaritana nel Vangelo: è una bellissima definizione del Signore. Lui dice il tutto dell’uomo, Lui risponde ai perché ultimi dell’esistenza. Gesù mostra una grande fiducia nell’uomo; arriva a donare la vita per noi senza richiedere nulla in cambio. Ci accoglie e ci ama così come siamo, con i nostri pregi e i nostri difetti. Questo dovrebbe far nascere in ogni pecora-persona il desiderio di fidarsi di Gesù e di scegliere di seguirlo. Diventa allora possibile vivere una vita come la sua, “diventano in qualche modo pastori, e voce nei silenzi, e nelle vite degli altri datori di vita”. Ecco che la vita di Dio entra in noi come acqua fresca che dona la vita e la freschezza di essere annunciatori della parola ascoltata dal Pastore. Non dimentichiamo che Gesù è l’unico Pastore che ci parla, ci conosce, ci dona la vita eterna e ci custodisce. Noi siamo l’unico gregge e dobbiamo solo sforzarci di ascoltare la sua voce, mentre con amore Egli scruta la sincerità dei nostri cuori. E da questa continua intimità con il nostro Pastore, da questo colloquio con Lui, scaturisce la gioia di seguirlo lasciandoci condurre alla pienezza della vita. Una vita donata a nostra volta e aperta all’incontro con ogni persona, specialmente gli ultimi o gli emarginati. Anche questo diventa segno che stiamo seguendo il Buon Pastore. Manca alcune volte, nel nostro ragionare dell’amore secondo il Vangelo, l’uso di parole che esprimono l’amore senza spiegarlo con troppe parole. Come non si spiega l’amore di una madre, di un padre, di un amico. Solo in contesti così immediati ed evidenti puoi pretendere e comandare l’amore. Da oggi dobbiamo impegnarci a guardare i sacerdoti, il Papa, i genitori, i nonni, le maestre e i maestri, le catechiste e i catechisti, e tutte le guide che ci vogliono bene con occhi nuovi, perché abbiamo capito quanto sono importanti per noi. Essi sono un riflesso quotidiano di Cristo Pastore! Il Pastore, infatti, ci ripete ancora oggi con forza e serenità: “Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri”. Avanti tutta cari fratelli e sorelle: seguiamo la strada del Vangelo, strada alcune volte un po’ difficile, ma l’unica che ci dona la gioia vera e ci permette di camminare dietro al Buon Pastore.

don Alessandro Maffiolini