Il Vangelo ci aiuta a soffermarci sulla modalità concreta, grazie a cui, all’interno della comunità, è possibile attivare la fraternità tra i credenti che condividono l’esperienza della vita della parrocchia. La prima ricorda che può diventare fratello di Gesù solo chi fa la volontà del Padre e chi si mette alla sequela di Gesù abbandonando ogni cosa e così riacquistando tutto in fratelli e famiglia e in ogni altro bene. Per realizzare tale condizione è imprescindibile mettersi con umiltà e dedizione nell’ascolto di Dio Padre e di Gesù. Un battezzato può costruire una vera fraternità solo se ascolta la parola di Dio, e sul modello di Gesù, mette in pratica la volontà di Dio. Affermiamo con sincerità che la fraternità cristiana comincia dall’alto: s’inizia da Dio, è un dono suo che ogni persona è chiamata a costruire e fortificare. “La volontà umana di essere fraterni e la pratica di atteggiamenti e comportamenti corrispondenti non nascono dal cuore dell’uomo ma dall’ascolto di Dio e dall’adesione a lui”. Tanti sforzi di costruire rapporti e buoni climi comunitari falliscono miseramente: essi partono dalla sola buona volontà umana, non dal centro della vita cristiana, che è l’ascolto di Dio e la sua parola. Maggiore è la corrispondenza alla sua Parola e alla vocazione, maggiore sarà anche la fraternità tra i battezzati. Inoltre il vangelo ricorda che se si ha qualcosa contro qualcuno, è decisivo perdonare, “perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi le vostre colpe”. Anche qui è interessante vedere che la prima relazione è con Dio: l’avere qualcosa contro qualcuno impedisce innanzitutto il pieno rapporto con Dio. Provare risentimento impedisce di chiedere e riceve il perdono. Allora, questo è un ostacolo alla fraternità e impedisce di creare una comunità autentica e unita. È necessario un cuore libero dai peccati, da egoismi, da risentimenti e rivalità, per fare spazio al fratello e alla sorella che abbiamo accanto. La terza condizione parte dalla constatazione quotidiana che la pretesa di avere i primi posti e di gestire il potere, crea sempre disuguaglianza, divisione e rivalità anche all’interno della comunità cristiana e della cerchia degli operatori pastorali. La difficoltà aumenta anche perché la mentalità corrente procede nella direzione opposta a quanto è necessario per edificare una comunità autentica e credibile. Inoltre molte volte i criteri dei battezzati sono proprio corrispondenti a questo tipo di pensiero: si crede che solo con le buone intenzioni si possa costruire qualcosa. Il Vangelo condanna, senza mezzi termini, tale atteggiamento, ma non lo fa ricorrendo a principi astratti o a raccomandazioni moralistiche; egli piuttosto riporta alla logica nuova che vige nel regno Dio, una logica capovolta secondo cui i primi sono gli ultimi e gli ultimi i primi. “Ciò che più conta è che il fondamento di tale nuova logica è il modo stesso di essere di Dio, come traspare nell’atteggiamento e nelle scelte di Gesù, venuto per servire e dare la vita a favore degli altri”. Impariamo, così, che addentrarsi nella comunione con Gesù fa diventare fratelli con gli altri discepoli perché insegna a imitare Gesù nel suo orientamento fondamentale di vita, che è quello di donarsi senza riserve per il bene degli altri. La fraternità vissuta concretamente, con dedizione e senza troppi discorsi teologici, diventa a sua volta condizione necessaria e imprescindibile per “fare delle nostre comunità parrocchiali comunità reali e vive, luoghi di genuina fraternità cristiana”. Questo auguro a ogni parrocchia. Avanti senza paura.

don Alessandro Maffiolini