All’interno dell’essere umano esiste qualcosa che va oltre l’istinto e lo conduce in avanti. L’uomo è un essere di desiderio. Una voce interiore ricorda, infatti, che ogni persona è fatta per vivere superando se stesso e i propri limiti, illuminato dall’amore del Signore. L’Avvento, che apre un nuovo anno liturgico, ha proprio il compito di ricordarci il senso del nostro andare, per portarci al cuore del mistero dell’attesa. “Venite, camminiamo alla luce del Signore”, “La notte è avanzata, il giorno è vicino. Perciò gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce”, “Tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo”. Sono solo alcune frasi con cui siamo introdotti nel “capodanno” della Chiesa e siamo sollecitati a camminare con speranza e coraggio per andare incontro a Colui che viene. È l’anno della Chiesa, è la possibilità di rivivere i misteri della vita di Cristo, per fare esperienza di Lui, incontrarlo e diventare sempre più simili a Lui. Ripeteremo molte volte la frase “Dio viene”: nella vita quotidiana s’inserisce un avvenimento sconvolgente, che butta all’aria tutte le nostre sicurezze, i nostri progetti. All’improvviso, ci accorgiamo, Dio cammina accanto a noi e fa parte della nostra storia; anzi senza di Lui non esiste una storia per la nostra vita. Ha la possibilità di riconoscerlo presente chi tiene gli occhi aperti, chi lavora e fatica a preparare un mondo nuovo. Con l’Avvento e per tutto il nuovo anno, è possibile scorgere il disegno che Lui mostra come sua proposta per la crescita e il bene dei suoi figli: può essere un cammino difficile, alla fine è però un cammino di gioia e di vita capace di aprire il nostro cuore. È un anno in cui lasciarci ispirare dalla Parola di Dio e permettere a Lui di contagiare il cuore e la mente. “È tempo che ci è dato per accogliere il Signore che ci viene incontro, anche per verificare il nostro desiderio di Dio, per guardare avanti e prepararci al ritorno di Cristo”. Abbiamo quindi, accompagnati da Dio e dalla Chiesa, nostra Madre, un tempo per “riconoscere i vuoti da colmare nella nostra vita, per spianare le asperità dell’orgoglio e fare spazio a Gesù” che viene nel Natale e che viene ogni volta in cui ascoltiamo il grido dei poveri e accorriamo a loro. Solo se rimaniamo nel Suo Amore ci scopriamo figli amati. Siamo chiamati a rimanere con Gesù, rimanere a godere della sua compagnia. Per essere annunciatori e testimoni di Cristo occorre rimanere anzitutto vicini a Lui. È dall’incontro con Colui che è la nostra vita e la nostra gioia, che la nostra testimonianza acquista ogni giorno nuovo significato e nuova forza. Rimanere in Gesù, rimanere con Gesù, godere della sua compagnia. Stare vicini a Lui ogni giorno, ci dona la possibilità di diventare annunciatori e testimoni. È dall’incontro con Colui che è la nostra vita e la nostra gioia, che la nostra testimonianza acquista ogni giorno nuovo significato e nuova forza. Rimanere in Gesù, rimanere con Gesù. Certo affermiamo di avere sempre poco tempo, soprattutto se si riferisce a Dio; cosa che non succede in altri campi perché sono importanti. Ridiamo la giusta rilevanza a Dio, non è mai troppo tardi, abbiamo ancora tempo per scegliere e renderlo concreto nella nostra vita. Allora, senza pura, contempliamo il mistero del Natale che viene. Ci potrebbe guidare l’idea di rimanere nella Parola divina che in principio era presso Dio, che è presente perché si è fatta carne e abita in mezzo a noi; così possiamo incontrare Gesù e stare con Lui per tutto il nuovo anno liturgico. Solo Lui cari amici è il Senso di tutto, fa essere e sintetizza la storia, con le sue epoche e i suoi cambiamenti. Buon Anno.

don Alessandro Maffiolini