La Quaresima è il tempo di una nuova creazione, perché l’uomo ha il tempo necessario per riappropriarsi della propria identità battesimale e di configurarsi sempre più a Cristo, modello della nuova umanità. In questo modo ha la possibilità di rialzarsi dalle varie esperienze di fallimento e di sofferenza e riesce a dare un nuovo significato alla propria esistenza, alla luce del messaggio del Vangelo. Come in tutti i cammini che hanno segnato la storia di Israele, l’umanità intera è chiamata a uscire dalla condizione della schiavitù per compiere il percorso della liberazione e imparare ad abitare in modo nuovo la terra che Dio continua a promettere e donare. L’itinerario quaresimale dell’anno B, che stiamo iniziando, ci esorta a diventare costruttori di relazioni con ogni persona, a riscoprirci capaci di fiducia, a “impegnarci per essere ogni giorno operatori di riscatto e restauratori di speranza, cercatori di senso e artefici di futuro”. Solo così avremo in questi quaranta giorni la possibilità di “riconoscere” l’opera di salvezza di Cristo nelle nostre e nelle altrui fragilità. È sempre questo un tempo che ha la possibilità di rivolgerci un forte invito alla conversione: il cristiano è chiamato a tornare a Dio con tutto il cuore, “per non accontentarsi di una vita mediocre, ma crescere nell’amicizia con il Signore”. Scopriamo a poco a poco che Gesù è l’unico amico fedele che non ci abbandona mai, perché, anche quando sbagliamo strada, attende con pazienza e fiducia il nostro ritorno ed è pronto a manifestare la sua volontà di misericordia. Allora ci accorgeremo che in questo cammino, settimana dopo settimana, stiamo scoprendo che è Gesù a farsi dono per noi e per tutti, anzi è Lui il Dono del Padre per l’umanità. Lui mostra, senza riserve, il vero e unico significato dell’amore: sacrificare la sua vita per i propri amici. Questo è l’amore più grande possibile. Quello che ha compiuto Gesù, lo chiede anche a noi. “Non pensa che per noi possa essere diverso. La nostra vocazione corrisponde alla sua. La strada del dono, e del dono di se stessi per amore, è la strada che rende piena e bella la vita delle persone, per questo chiede a noi di fare lo stesso, perché il Signore, chiamando ciascuno di noi al dono di sé, vuole la nostra felicità”. Solo con questi passi riusciremo a riaprire la nostra vita all’incontro con Gesù e con il suo amore: tutto allora può diventare possibile nella nostra esistenza e nella nostra capacità di essere uomini e donne capaci di “spezzare” il proprio egoismo e donare finalmente se stessi agli altri. La strada come indica chiaramente il Vangelo, è quella “dell’imparare a fare della propria vita un dono, passando attraverso la pratica del servizio. Sarà più che una strada, sarà come comporre i pezzi di un mosaico, alla scoperta di quanto sia bello credere nel Vangelo e metterlo in pratica”. Il dono di se stessi si trasforma in una realtà decisiva per la vita di ciascuno di noi: ci fa rinascere ed essere quindi discepoli del Signore. Dio fa di tutto per aiutarci in questa strada. A ogni battezzato la possibilità di scegliere la direzione da percorrere: è un cammino non facile che richiede l’abbandono delle nostre logiche troppo umane per seguire Gesù e realizzare una vita nuova. “È una via affascinante, anche se è la via della croce. È la via che ci fa conformare a Gesù, e vivere sempre più come figli di Dio”.

don Alessandro Maffiolini