Siamo arrivati alla Seconda Domenica di Pasqua, chiamata anche “della Divina Misericordia”. Esprime una realtà di fede bellissima per la nostra vita: la Misericordia di Dio! Un amore così abbondante, così profondo quello di Dio verso di noi, un amore che non viene meno neanche di fronte ai nostri “No”. Un Dio disponibile a prendere la nostra mano per sorreggere, rialzare e guidare. Nei Vangeli post pasquali fare esperienza della misericordia di Dio è incontrare il volto concreto, quello di Gesù Risorto dai morti. Fondamentale è riconosce la propria povertà, la poca fede, il bisogno di ricevere il perdono del Padre, necessario per rialzarsi e rimettere in moto la propria esistenza. Un grido dovrebbe diventare normale nella nostra vita, quello di Tommaso a Gesù: “Mio Signore e mio Dio”. È un’espressione semplice e, allo stesso tempo, bellissima, che indica l’aprire il proprio cuore per lasciarsi avvolgere completamente dalla misericordia divina, riconosciuta nel Cristo Crocifisso e Risorto. Dice che si è aperti al Suo amore, si è ormai persone nuove, non più incredule ma credenti. Quanto è bello sentirsi così e tutto per un puro dono di amore che supera quanto potremmo fare in cambio!

Siamo invitati a non avere paura della nostra debolezza e a confidare nel Signore perché Lui ci ama da sempre e per sempre. Capiamo allora come l’amore di Dio e il nostro amore per il prossimo agiscano a prescindere dalla cultura, dall’appartenenza religiosa sociale o dalla richiesta di ricevere sostegno. “La Misericordia di Dio e la carità verso il prossimo sono gli unici atteggiamenti religiosi autentici. Al di fuori della carità non può che esserci ipocrisia, indifferenza ed egoismo”. Ecco la necessità di accogliere la Misericordia mostrata da Dio col mandare nel mondo Suo Figlio a cercare chi è perduto. L’atteggiamento e le scelte della Chiesa diventano quelle di andare a cercare quanti si sono allontanati e rischiano di perdersi. “La Chiesa cerca, accoglie e riconcilia in Cristo, con il Padre della Misericordia”. Dio, allora, per noi battezzati diventa la pace: Lui ha fatto la pace con il Suo amore e il Suo perdono. La pace che il mondo ricerca con fatica e spesso con poca volontà, può arrivare solo da qui.

In questa domenica dopo Pasqua siamo stimolati a camminare sulla strada indicataci da Gesù e diventare costruttori di pace e di un mondo in cui verità e misericordia s’incontrano e camminano insieme. Tutte queste parola non possono mai essere cose astratte: per loro natura sono vita concreta, cioè “intenzioni, atteggiamenti, comportamenti che si verificano nell’agire quotidiano. La misericordia di Dio è la Sua responsabilità per noi”. Lui desidera unicamente il nostro bene e vuole vederci felici, riempiti di gioia e serenità. Santa Faustina ricordava che tutto questo è già presente nelle persone: “La Mia immagine è già nella tua anima. Io desidero che vi sia una festa della Misericordia. Voglio che l’immagine, che dipingerai con il pennello, venga solennemente benedetta nella prima domenica dopo Pasqua; questa domenica deve essere la festa della Misericordia. Desidero che i sacerdoti annuncino la Mia grande Misericordia per le anime dei peccatori. Il peccatore non deve aver paura di avvicinarsi a Me”. Speriamo che ogni persona desideri ricevere questo grande dono.

Caro lettore, caro amico: continuiamo ad avere fiducia nella Misericordia del Padre per costruire un mondo nuovo e veramente umano.

Alessandro Maffiolini