Domenica 15 gennaio si celebra la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. Il Santo Padre ha inviato un messaggio per sollecitare i battezzati a seguire la via tracciata da Gesù nel Vangelo: partire dai più piccoli per arrivare tramite il Salvatore all’incontro con Dio. La dinamica dell’accoglienza è condizione necessaria perché si renda concreto questo itinerario: “Dio si è fatto uno di noi, in Gesù si è fatto bambino e l’apertura a Dio nella fede, che alimenta la speranza, si declina nella vicinanza amorevole ai più piccoli e ai più deboli”. È un’altra concretizzazione del Giubileo appena celebrato, perché esso non sia dimenticato, ma sia sempre attuale e capace di trasformarci. Qui il Papa inserisce un severo monito verso quanti, senza scrupoli, sfruttano bambini e bambine nella prostituzione e nella pornografia e li rendono schiavi come soldati, trafficanti di droga e delinquenti.
Le migrazioni sono ormai un fenomeno globale; toccano tutti i continenti e coinvolgono decine di milioni di persone. In primo luogo sono però i minori a pagare i costi dell’emigrazione, della miseria, della malattia e della morte. Essi invece hanno diritto a un ambiente familiare protetto e sano, il diritto-dovere a ricevere un’educazione adeguata, a giocare e a fare attività ricreative: il tutto per crescere come persone ed essere protagonisti del futuro. Tale fenomeno costituisce un segno dei tempi in cui individuare l’opera provvidenziale di Dio: la certezza dev’essere che nessuno è straniero nella comunità cristiana e tutti sono preziosi e importanti. Inoltre il Papa rileva con forza come occorra “adottare ogni possibile misura per garantire ai minori migranti protezione e difesa, perché questi ragazzi e ragazze finiscono spesso in strada abbandonati a se stessi e preda di sfruttatori senza scrupoli che, più di qualche volta, li trasformano in oggetto di violenza fisica, morale e sessuale”. È necessario, pertanto, che gli immigrati collaborino sempre più strettamente con le comunità che li accolgono: vanno attuate cooperazioni sempre più efficaci e incisive, basate sullo scambio d’informazioni e sulla capacità di assicurare interventi tempestivi e capillari. D’altro canto occorre lavorare per l’integrazione dei bambini e dei ragazzi con lo scopo di allontanarli dall’illegalità e dalla violenza. Essi, proprio perché soli, nell’assenza di adulti che li accompagnino, hanno “la voce” ridotta al silenzio.
Diverse volte i mass media annunciano la morte di un bambino e affermano che essa ha sconvolto il mondo e permetterà di cambiare le cose: puntualmente però ciò non accade e tutto procede nell’indifferentismo dei Paesi ricchi e degli stessi telegiornali e giornali. La Fondazione Migrantes ricorda che tra gennaio e giugno 2016, solo in Italia, 5.222 minori stranieri non accompagnati sono stati dichiarati “scomparsi”: non fanno notizia, ci lasciano come prima e gli avvenimenti non cambiano. Occorre spingere sui governanti affinché si agisca con decisione, celerità, senza allarmismo e paura.
Certo, questa Giornata Mondiale che spesso passa sotto silenzio anche nelle parrocchie, stimola l’intera comunità internazionale ad affrontare le cause che provocano le migrazioni. Infine il Papa rivolge un appello a tutti affinché si attuino soluzioni durature per affrontare tale questione alla radice e non solo come tamponamento di un problema emergente. È una sollecitazione rivolta a ogni cristiano che non si stanca di vivere con coraggio la buona testimonianza del Vangelo.
Alessandro Maffiolini