“Se tu squarciassi i cieli e scendessi…”
Incomincia il tempo di Avvento, ancora una volta! Ricomincia da uno struggente desiderio che è come un lamento, una nostalgia, un rammarico ed una speranza insieme: “Se tu scendessi davvero dal cielo…”. Non è un sentimento da spegnere in una sorta di rimprovero alla nostra mente tarda e smemorata: “Ma non lo sai? Non hai ancora capito che Gesù Cristo è già venuto ed è qui presente tra noi?”. Non possiamo negare che spesso, anche per noi credenti cristiani, Dio sembra così lontano, nascosto, muto o addirittura evaporato oltre le nubi… o, come ci dice Isaia, “siamo divenuti tutti come cosa impura e come panno immondo sono tutti i nostri atti di giustizia: tutti siamo avvizziti come foglie, le nostre iniquità ci hanno portato via come il vento”. La Liturgia di questo tempo di Avvento sapientemente e amorevolmente raccoglie questi sentimenti e ci invita ad aprire gli occhi, a stare desti nella notte come servi che aspettano il loro padrone, a metterci attivamente in stato di esplorazione e di preparazione, nell’attesa di Qualcuno che deve arrivare… quando? Non lo sappiamo con precisione, ma certo verrà. Questo dunque è un tempo per attendere, alimentando il desiderio di vedere, di capire, di incontrare davvero. Non dobbiamo permettere che sia un tempo concitato, frenetico, segnato dall’ansia di arrivare a preparare cose, ad assolvere tutti gli adempimenti delle convenienze tradizionali, dei ‘saggi’, delle festicciole di augurio, della preparazione di tutto il macchinoso apparato esteriore della festa.
È un tempo da vivere ‘dentro’, in cui si svolgono le attività interiori dello spirito, dove si declinano i verbi della vita profonda: sostare, cercare, riflettere, riscoprire una Presenza, mettersi in dialogo con Dio… e poi trovare la strada della bontà (e non solo del buonismo di circostanza); recuperare la serenità e la gioia di una ‘vita pulita’, fatta di cose giuste ed oneste, all’insegna del dono di sé. L’Avvento è più di tutti gli altri percorsi dell’Anno Liturgico, il tempo di Maria. La Madonna attende il Natale rinnovando la sua totale disponibilità alla Parola di Dio e mettendosi umilmente in viaggio, prima verso la casa di Elisabetta, per servire, e poi verso Betlemme, per ottemperare anche alle leggi umane del censimento.
I cieli si squarciano e Dio scende sulla terra nella normalità del vivere quotidiano. Non aspettiamoci segni eclatanti dal Cielo, ma zampilli di vita nuova che sgorgano dalla profondità dell’anima.
Don Dino Bottino