RISORGERE
Gv 11,1-45

fuoco-di-verita

Questa V domenica di Quaresima ci porta ormai il profumo della Risurrezione. E di Risurrezione, in effetti, ci parla il Vangelo, narrandoci il più strepitoso dei miracoli di Gesù, che risuscita l’amico Lazzaro, che si trovava ormai da 4 giorni nella tomba. Questo miracolo avrà giustamente una risonanza straordinaria e molti si recheranno da Gerusalemme a Betania, villaggio di Lazzaro, per vedere quest’uomo tornato in vita.

Sappiamo che il miracolo è sempre il ‘segno’ di una realtà più grande dell’evento stesso ed è annuncio di una Presenza che salva. La risurrezione di Lazzaro è segno della Risurrezione di Cristo stesso e della Sua presenza attuale tra noi. “Io sono la Risurrezione e la Vita” dirà Gesù alla sorella Marta. Proprio qui sta il cuore del Vangelo. Anche a noi oggi Gesù chiede, come alla sorella di Lazzaro: “Credi tu questo?”.

San Paolo, scrivendo ai romani, ci assicura: “Se lo Spirito Santo che ha risuscitato Gesù Cristo abita in voi, risusciterà anche i vostri corpi mortali”. Ora, questa vita dello Spirito è infusa in noi sin dal giorno del nostro Battesimo. È questa la vita nuova che deve svilupparsi in noi: una vita interiore di fede, speranza e carità che ci unisce a Gesù stesso, e una vita esteriore che porta frutti di bontà e carità. Questa vita non muore mai, non muore più: “Credi tu questo?”.

Anche se la vita del corpo in questo mondo passa necessariamente attraverso la porta stretta e dolorosa della morte corporale, la vita nello Spirito non muore. Gesù ha pianto su questo dramma e ne ha avvertito tutta la sofferenza, ma ha posto ormai nella morte il segno della Sua vittoria. La morte corporale è una porta aperta sulla vita che non muore: “Credi tu questo?”.

È per questo che i santi non muoiono mai: la loro vita interiore ed esteriore continua e noi la percepiamo anche ora a distanza di anni e di secoli… Non temiamo dunque di sperimentare e di annunciare la strada della santità e dell’immortalità, la strada dello Spirito che Gesù ci dona in abbondanza nei Sacramenti: questo vuol dire “fare Pasqua”!

Don Dino Bottino