Sorgente di vita nuova
Gv 20,1-9

fuoco-di-verita

A Pasqua, un Vangelo dove tutto si colora di urgenza e di passione. Urgenza del seme che si apre, del masso che rotola via, e il sepolcro vuoto e risplendente nel fresco dell’alba. Passione che sorregge quel lungo correre di tutti nell’alba: corre Maria, corrono Pietro e Giovanni, perché l’amore ha sempre fretta. Passione come lacrime, quelle di Maddalena che non si rassegna all’evidenza della morte. Amare è dire: “Tu non morirai!” (G. Marcel). Il Vangelo accompagna passo a passo il rivelarsi della fede, che prende avvio da un corpo assente: “Dove l’avete portato? Io andrò a prenderlo…”. Io, piccola donna e immenso cuore, deboli braccia e indomito amore. Poi la prima parola del Risorto, umile, commovente: “Donna, perché piangi?”. Il Dio del cielo si nasconde nel riflesso più profondo delle lacrime. E quando parla la Sua voce trema: “Non piangere, amica mia”.

Il Risorto ricomincia gli incontri con il Suo stile unico: il Suo primo sguardo si posa sempre sulla sofferenza di una persona. Inconfondibile: è il Signore! Maria vorrebbe afferrarlo e non lasciarlo andare. Ma Gesù dice: “Non mi trattenere, devo andare!”. Da questo giardino al cosmo intero, da queste tue lacrime a tutte le lacrime del mondo. Inizia l’immensa migrazione degli uomini verso la vita. Anche se Cristo sembra allontanato dalla casa del mondo, Egli è nella stanza più intima, negli inferi della Storia, nelle profondità della materia e della persona. E coloro che non accettano che il mondo avanzi così, che vogliono cieli nuovi e una nuova terra, sanno che la Pasqua ormai matura come un seme di luce nella terra, come un seme di fuoco nella Storia.

Cristo non solo è il Risorto, al passato, ma è il Risorgente, qui e ora, e continua a rotolare via i massi dall’imboccatura del cuore. Cristo è la Risurrezione stessa, energia che ascende, germe di vita, vita germinante, risveglio e ascesa. Pasqua è la festa dei macigni che rotolano via. E noi usciamo, pronti alla primavera di rapporti nuovi. Trascinati in alto dal Cristo Risorgente in eterno, da tutti gli inferi della Storia, della materia, della persona. La Sua Risurrezione non riposerà finché non sarà spezzata la pietra che chiude l’ultimo cuore e le sue forze non arriveranno all’ultimo ramo della creazione.

padre Ermes Ronchi