Con noi sino alla fine del mondo
Mt 28,16-20

fuoco-di-verita

Chi è colui che sale al cielo? Il Dio che ha preso per Sé la croce per offrirmi in ogni mio patire scintille di risurrezione, per aprire crepe nei muri delle mie prigioni. Gesù lascia sulla terra quasi niente: undici uomini impauriti e confusi, un piccolo nucleo di donne coraggiose e fedeli, che lo hanno seguito per tre anni, non hanno capito molto ma lo hanno molto amato e non lo dimenticheranno. E proprio a questi che dubitano ancora e alla nostra fragilità affida il mondo e il Vangelo. Con un atto di enorme fiducia: crede che noi, che io, riusciremo ad essere lievito e forse perfino fuoco; a contagiare di Vangelo e di nascite chi ci è affidato. Mi spinge a pensare in grande, a guardare lontano: il mondo è tuo.

C’è un passaggio sorprendente nelle parole di Gesù: “A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra… Andate dunque”. Quel ‘dunque’ di per sé è illogico. Gesù non dice: “Ho il potere e dunque faccio questo e quest’altro”. Ma dice: “Io ho ogni potere e dunque voi fate”. Quel dunque è bellissimo: per Gesù è ovvio che ogni cosa Sua sia nostra. Tutto: la Sua vita, la Sua morte, la Sua forza è per noi! Cosa ho fatto per meritarmelo? Proprio nulla: sono al centro di un amore senza ragione. Non il peccato dell’uomo, ma l’amore per l’uomo spiega Gesù. E se dicessi anch’io ogni tanto frasi illogiche, come quel “dunque”, perché scritte secondo la sintassi stramba dell’amore? Allora capirei dove si trova quel cielo di Dio di cui siamo “cittadini” (Fil 3,20): in quelle isole, in quelle oasi dove la gente parla la lingua sgrammaticata dell’amore.

“Andate. Fate discepoli tutti i popoli…”. Con quale scopo? Un arruolamento di devoti tra le loro fila? No, è un contagio, un’epidemia d’amore sparsa sulla terra. Andate, profumate di cielo le vite che incontrate, insegnate ad amare, immergete le persone nella vita di Dio. E poi le ultime parole di Gesù, da custodire come un tesoro: “Io sono con voi, tutti i giorni, fino alla fine del mondo”. Ecco cos’è l’ascensione: non un salire al cielo come si sale una scala; non un andare lontano, come nelle nostre rappresentazioni spaziali. In un modo meraviglioso e inspiegabile l’infinitamente oltre di Dio viene ad abitare l’infinitamente piccolo. Gesù al di sopra delle creature e in tutte le creature, come pienezza di vita. Ciò che c’è di grande in noi è la vita.

padre Ermes Ronchi