NON SONO VENUTO A DEMOLIRE LA LEGGE E I PROFETI
Mt 5, 17-37

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Nella VI domenica del Tempo Ordinario la Liturgia propone un lungo brano del ‘Discorso della montagna’, in cui Gesù afferma: “Non sono venuto a demolire la legge e i profeti, ma a portarli a compimento, al loro compiuto significato”. La missione di Gesù e tutta la Sua vita rappresentano la pienezza, la realizzazione totale di ciò verso cui tendevano la legge di Mosè e i profeti. La legge è il dono sapienziale dato da Dio al Suo popolo perché, seguendo la strada da Lui indicata, non si smarrisca, ma arrivi alla relazione con Lui; i profeti sono l’eco della Sua parola, affinché il popolo sappia discernere la Sua volontà negli eventi complessi della vita. La legge e i profeti sono dunque il dono di Dio che guida e accompagna il Suo popolo. Gesù non è venuto per abolire tutto ciò che è segno dell’amore di un Dio così vicino al Suo popolo, ma rivela che ciò può avvenire soltanto in un dono di amore che porta ad una “sovrabbondanza” della giustizia nei discepoli, nel senso di un andare oltre la giustizia formale e rituale tipica degli scribi e dei farisei. Non si tratta quindi di fare ‘qualcosa in più’, piuttosto di vivere un salto di qualità. Per Gesù la giustizia, che va oltre la legge, è accogliere nello Spirito la relazione filiale con il Padre, è affidarsi all’Amore del Padre per vivere la sua stessa vita che non è nient’altro che Amore: questo è il significato di avere ‘vita eterna’. La salvezza è allora un dono gratuito per l’uomo che, sperimentando la propria debolezza, si affida all’Amore del Padre e impara ad amare andando ben oltre i dettami della legge.

Tutto ciò presuppone un cuore nuovo in noi, reso possibile dall’irrompere della luce di Cristo: è la Sua presenza, la Sua potenza operante nella nostra esistenza. Gesù è venuto a portare a compimento perché è venuto a farsi “uno-con-noi”: dirà San Paolo “Non sono più io che vivo ma Cristo che vive in me” (Gal. 2,20).

Matteo aggiunge a questo punto una serie di antitesi che spiegano il ‘compimento’ della legge operata da Gesù: “Avete ascoltato che fu detto ‘Da Dio è stato detto’, attraverso Mosè e i profeti, ma io vi dico”. Adesso è Lui, il Dio con noi ad aprirci gli occhi sul significato della parola ‘compimento’. Non si tratta di una legge più esigente, ma nuova: è l’Amore del Padre che ricade su chi si lascia amare e trasforma il mondo. Prendere sul serio la via del Vangelo, ossia la via dell’Amore e della misericordia, implica relazioni nuove tra i cristiani. L’umiltà, come consapevolezza della propria fragilità è posta da Dio a fondamento dei rapporti tra gli uomini e con essa verità e franchezza.

Sorelle Ministre della Carità