Voi stessi date loro da mangiare
Lc 9,11-17

pescatori-di-uomini

“Mandali via, è sera ormai e siamo in un luogo deserto”. Gli apostoli hanno a cuore la gente, ma solo in parte; è come se dicessero: “Lascia che ognuno si risolva i suoi problemi da solo”. Gesù non li ascolta, Lui non ha mai mandato via nessuno; vuole fare di quel deserto, di ogni nostro deserto, una casa dove si condividono pane e sogni. Per i discepoli Gesù aveva finito il Suo lavoro: aveva predicato, era sufficiente. Per Gesù no. Lui non riusciva ad amare l’anima e a non amare i corpi. In tutta la Bibbia l’uomo non ‘ha’ un corpo, ma ‘è’ un’anima-corpo senza separazioni. Il Vangelo trabocca di miracoli compiuti: i corpi guariti diventano come il laboratorio del Regno, il collaudo di un mondo nuovo. Il miracolo della condivisione dei pani e dei pesci – il Vangelo non parla di ‘moltiplicazione’ – inizia con una richiesta illogica di Gesù ai Suoi: “Date loro voi stessi da mangiare”. Ma gli apostoli non sono in grado, hanno soltanto cinque pani: un pane ogni mille persone. La sorpresa di quella sera è che poco pane condiviso con gli altri è sufficiente, che la fine della fame non sta nel mangiare a sazietà, da solo, ma nello spartire con gli altri il poco che si ha, un po’ di tempo e un po’ di cuore. Noi siamo ricchi solo di ciò che abbiamo donato alla fame d’altri. Gesù avanza questa pretesa irragionevole e profetica (“Voi stessi date da mangiare”) per dire a noi, alla Chiesa tutta, di seguire la voce della profezia, non quella della ragione; di imparare a ragionare con il cuore, il cuore sognatore di chi condivide anche ciò che non ha. Dona, allora, anche il tempo che non hai. Non conta la quantità ma l’intensità. E vedrai che il tempo e il cuore donati si moltiplicheranno. Vedrai che torneranno a te ore più liete, giorni più sereni, battiti danzanti del cuore. “Tutti mangiarono a sazietà”. Quel ‘tutti’ è importante. Sono bambini, donne, uomini. Sono santi e peccatori, sinceri o bugiardi, donne di Samaria con cinque mariti e altrettanti divorzi, nessuno escluso. Così Dio immagina la Sua Chiesa: capace di insegnare, guarire, saziare, accogliere senza escludere nessuno, capace come gli apostoli di accettare la sfida di mettere in comune tutto quello che ha. Capace di operare miracoli, che non consistono nella moltiplicazione di beni materiali, ma nella prodigiosa e creativa moltiplicazione del cuore.

Padre Ermes Ronchi