Scrivere alle famiglie dei cresimandi, potrebbe sembrare strano. È però corrispondente a un dato di fatto: ben 134 ragazzi di terza media hanno ricevuto, nelle passate domeniche, la Confermazione dal delegato del nostro Vescovo Franco Giulio. Ricevere questo sacramento, non implica solo da quel momento “essere liberi” di non venire più a catechismo, né a messa, ma diventa una scelta di continuità che i ragazzi dovrebbero fare sostenuti dalle famiglie e dai padrini e madrine. Siamo sinceri, in parte è causato dall’attuale strutturazione del “catechismo”, in parte dalla crisi di fede generale, in parte dal disinteresse di qualche genitore e ragazzo al cammino di fede. La cresima è vista come una tappa obbligata unita al catechismo e staccata dall’Eucaristia, che, ricordiamo, è “fonte e culmine” della vita della Chiesa e del cristiano. Non si vuole colpevolizzare nessuno, ma è un invito a riflettere sulla nostra vita e sulla nostra scelta di fede. Dopo tutto il cammino fatto da questi ragazzi e l’accompagnamento compiuto da catechisti, famiglie, oratorio, parrocchia, questi preadolescenti dovrebbero aver fatto un minimo di esperienza d’incontro con Gesù e con la comunità. È indispensabile che “le nuove generazioni possano fare esperienza della Chiesa come di una compagnia di amici davvero affidabile, vicina in tutti i momenti e le circostanze della vita, siano esse liete e gratificanti oppure ardue e oscure”. Se questo è vero, altrettanto essenziale è che le famiglie siano state realmente di supporto e di aiuto in questo cammino: fede, coerenza, partecipazione attiva alla messa festiva dovrebbero essere stati ingredienti che quotidianamente hanno impastato la vita e le scelte dei genitori in questi anni e che continueranno in avvenire. Infatti, fin dall’inizio del cammino, i bambini sono battezzati nella fede della Chiesa, professata dai loro genitori e dai padrini o madrine, che si fanno carico della loro educazione cristiana e si impegnano in coscienza, davanti a Dio, ad “accompagnarli e sostenerli fino alla maturità, diventando per loro segno dell’amore di Dio, che ama per primo e dona gratuitamente”. Uno dei campi in cui la famiglia è insostituibile è certamente quello dell’educazione alla fede, grazie alla quale la famiglia cresce come “chiesa domestica”. L’educazione religiosa e la catechesi dei figli collocano la famiglia nell’ambito della Chiesa come un vero soggetto di evangelizzazione e di apostolato. Per tutti sono chiari allora gli sviluppi di questa idea irrinunciabile: ogni genitore che ha portato il figlio al Battesimo si è impegnato a seguire ciò che ha detto e ha fatto Gesù. Essa è la via che fa crescere secondo il Vangelo. Tuttavia, perché il suo intervento educativo sia coerente, anche il genitore ha bisogno di crescere nella fede e nella persuasione che seguire Gesù è il vero bene per l’uomo. Tutta la vita cristiana è un cammino, è come percorrere un sentiero che sale su un monte in compagnia di Gesù, non è sempre facile, ma salire su un monte è una cosa bellissima. Inoltre i sette doni dello Spirito Santo sono doni preziosi affidati ai ragazzi per costruire o consolidare l’amicizia con Gesù e farla diventare ancora più vera e più stretta. E questo non coinvolge solo i cresimati, ma è dono fatto all’intera famiglia, padre, madre, fratelli sorelle: è un dono che coinvolge tutti, perché ognuno senta la chiamata alla conversione e a rendere concrete le parole dette nel battesimo e rinnovate nella scelta di un itinerario catechistico per i propri figli e per se stessi. I sette doni si trasformano in sette stupende possibilità di compiere il bene e di essere felici nella coerenza della vita. Una “famiglia” arricchita da questi regali si sente spinta ad alimentarsi con il sacramento dell’Eucaristia, nel quale riceviamo il suo Corpo e il suo Sangue. Per questo i 134 ragazzi v’invitano, insieme con loro, a partecipare sempre con gioia e fedeltà alla Messa festiva, quando tutta la comunità si riunisce insieme a pregare, ad ascoltare la Parola di Dio e prendere parte al Sacrificio eucaristico. È bello vedere famiglie trasformate grazie a quanto i lori figli hanno ricevuto: la comunità di Trecate ne trae giovamento e arricchimento e vi chiede di non lasciarla sola, di non abbandonarla, di non “staccare parti” dal Corpo di Cristo che è la Chiesa. Trecate ha bisogno di voi, non può fare a meno della vostra presenza e delle vostre qualità: solo con il vostro aiuto può tendere a grandi cose ed evitare di “toccare il fondo del barile”. “Giocate la vita per grandi ideali. Scommettete su grandi ideali, su cose grandi, non siamo stati scelti dal Signore per cosine piccole ma per cose grandi”. Abbiamo progettato iniziative stupende per permettervi di proseguire il cammino e di incontrare sempre meglio Gesù, l’unico che vi dona libertà e felicità. Ora possiamo solo sperare e pregare sempre per voi: voi ragazzi con le vostre famiglie siete parte di noi e noi non vi abbandoniamo.

Alessandro Maffiolini