Può sembrare strano parlare oggi di santità, quando le parole in voga sono ben altre. Un grande dono del Concilio Vaticano II è stato proprio quello di avere chiarito in modo inequivocabile che tutti i cristiani, in quanto battezzati, hanno uguale dignità davanti al Signore e sono accomunati dalla stessa vocazione, che è quella alla santità. “Tutti coloro che credono nel Cristo di qualsiasi stato o rango, sono chiamati alla pienezza della vita cristiana e alla perfezione della carità”: tale santità diventa capace di promuove nella stessa società terrena un tenore di vita più umano. È evidente comunque che la santità non è un qualcosa che ci procuriamo noi, che otteniamo con le nostre sole qualità e capacità. La santità è un dono, è il dono che ci fa il Signore Gesù, quando ci prende con sé, ci riveste di se stesso e “ci rende come Lui”. Solo in questo modo diventiamo capaci di esprimere il volto più bello della Chiesa: il “riscoprirsi in comunione con Dio, nella pienezza della sua vita e del suo amore”. La santità, allora, non è una prerogativa di alcuni, né è legata a una particolare vocazione: è un dono che viene offerto a tutti, nessuno escluso e che costituisce il carattere distintivo di ogni cristiano. Alcune volte, su questo tema, abbiamo in mente “delle facce da immaginette”, una realtà lontana, staccata da noi e che oggi non ha più niente da dire o che sia riservato a quanti si staccano dalla vita concreta di ogni giorno. Non è così. Santità non vuol dire neanche far finta di niente ed essere considerati buonisti, cui va bene tutto e che dice sempre sì. La santità è qualcosa di grandioso e di molto umano. È proprio vivendo con amore e offrendo la propria testimonianza cristiana nelle occupazioni di ogni giorno che siamo chiamati a diventare santi e lo siamo realmente. “Sei consacrato, sei consacrata? Sii santo vivendo con gioia la tua donazione e il tuo ministero. Sei sposato? Sii santo amando e prendendoti cura di tuo marito o di tua moglie, come Cristo ha fatto con la Chiesa. Sei un battezzato non sposato? Sii santo compiendo con onestà e competenza il tuo lavoro e offrendo del tempo al servizio dei fratelli”. Hai un posto di lavoro, sei manager in una ditta o società? Vivi alla luce del Vangelo e non avere paura di mettere in atto scelte contro corrente. In ogni situazione della vita, anche in quelle più lontane dalla Chiesa, puoi diventare “segno visibile dell’amore di Dio e della sua presenza accanto a noi”. Anche tu caro lettore che abiti nella grande città di Trecate, puoi dire il tuo sì al Signore e incamminarti sulla via della santità. Non scoraggiarti di “andare su questa strada. È proprio Dio che ci dà la grazia. Solo questo chiede il Signore: che noi siamo in comunione con Lui e al servizio dei fratelli”. Da qui sorge spontaneo, per ogni uomo di buona volontà, il desiderio di analizzare la propria vita e vedere a quale punto sia su questa strada: significa, infatti, sostenere un serio esame di coscienza, non un qualcosa di pesante, come si potrebbe pensare. Dio ci invita a condividere la sua gioia con tutti i nostri fratelli e sorelle: è l’occasione per rendere ogni momento della nostra vita un dono di amore per le persone che ci stanno accanto. Molte volte sono piccole cose. “Vado per strada, vedo un povero un bisognoso, mi fermo gli domando, gli do qualcosa: è un passo alla santità. Sono piccole cose, tanti piccoli passi verso la santità. Ogni passo verso la santità ci renderà delle persone migliori, libere dall’egoismo e dalla chiusura in se stesse, e aperte ai fratelli e alle loro necessità”. Alla fine dei conti i santi non sono superuomini, ne sono persone perfette: sono persone normali, con una vita normale, con gioie e dolori, fatiche e speranze. Hanno conosciuto l’amore di Dio e l’hanno seguito con tutto il cuore, senza condizioni e ipocrisie. “Hanno speso la loro vita al servizio degli altri, hanno sopportato sofferenze e avversità senza odiare e rispondendo al male con il bene, diffondendo gioia e pace”. Anche noi possiamo “convertirci” in persone che per amore di Dio, nella propria vita, non pongono condizioni a Lui, cercano con tutte le forze di non essere ipocriti. Da questo incontro nasce la gioia, la gioia vera che nessuno può toglierci. Anche noi trecatesi possiamo percorrere questa strada. Non dobbiamo avere paura della santità, non possiamo avere paura di puntare in alto, di lasciarti amare e purificare da Dio; non abbiate paura di lasciarvi guidare dallo Spirito Santo. Lasciatevi contagiare dalla santità di Dio: Lui non delude mai, ci accompagna, ci sostiene in ogni momento della vita. La santità è l’incontro tra la nostra debolezza e la forza della grazia di Dio. È avere fiducia nella sua azione che ci permette di vivere nella carità. La nostra Trecate può diventare realmente la città dei santi, in cui il Vangelo si respira nell’aria e si vede nei gesti umili e piccoli di ogni giorno. Basta poco: riscoprire il nostro battesimo, incontrare Cristo e metterci completamente nelle Sue mani. Sembra impossibile, ma nulla è impossibile a chi ha Dio come compagno di viaggio.

Alessandro Maffiolini