Il modello che vive Dio

Le tre Persone della Trinità formano tra di loro una “Comunità d’Amore”, in cui l’amore è alla base delle loro relazioni e della loro essenza. Dio è Amore e in questo modo si è sempre rivelato agli uomini. Ciò implica che Lui stesso vive profondamente questa realtà. Gesù ci ha rivelato il Suo essere Figlio e ci ha inviato lo Spirito Santo: proprio per questo, Dio non può essere conosciuto dall’uomo se non come Dio in tre Persone. In una relazione c’è sempre uno che ama e uno che è amato e viceversa, e tra i due esiste l’amore stesso che li lega: in Dio tale legame si personifica nello Spirito Santo. La Trinità è comunione di Persone le quali sono “una con l’altra, una per l’altra, una nell’altra”: questa è la vita di Dio che ci è stata trasmessa. E Gesù ci ha svelato questo mistero. Lui ci ha parlato di Dio come Padre; ci ha parlato dello Spirito; e ci ha parlato di Se stesso come Figlio di Dio. In Dio, quindi, ogni persona è tale perché vive per l’altra: è una specie di marchio di “fabbrica”, una forma di carattere ereditario. Gesù fatto uomo, è sceso sulla terra e si è manifestato come l’uomo per gli altri.

L’amore origina reciprocità e la reciprocità nutre l’amore: sono i volti di Dio, rivelato da Gesù. Questo intreccio di relazioni e di persone lo si trova ben sintetizzato nei Vangeli, specialmente in Giovanni. Possedere questo mistero consiste dunque nella sorgente di una relazione e di uno scambio, da cui trae origine lo stesso annuncio del Vangelo. Tutto il contrario della logica umana del peccato, il cui ideale è affermare se stessi mettendo da parte gli altri, senza dover loro nulla; anzi ancor più spesso è imporsi contro di essi. Il modo di agire di Dio è comune e personale: quando agisce una delle tre Persone, essa è sempre in relazione con le altre. Non esiste mai un mettersi in mostra o un farsi vedere. Tutto è fatto per l’altro.

Addirittura, possiamo affermare che nella Trinità esiste l’amore vero, è senza limiti ma sa limitarsi, per andare incontro all’altro, per rispettare la libertà dell’altro. Dio mantiene la libertà, non la annulla: la rende forte e capace di scegliere senza paura. Egli ci è vicino, è sempre al nostro fianco, cammina con noi per condividere le nostre gioie e dolori, le speranze e le fatiche. Lui ama tanto e a tal punto che si è fatto uomo, è venuto nel mondo non per giudicarlo ma perché il mondo si salvi per mezzo di Gesù. E questo è l’amore di Dio in Gesù, quest’amore che è molto difficile da capire ma che noi possiamo percepire quando ci avviciniamo a Gesù.

Lui ci dona sempre e in abbondanza la Sua Misericordia; Lui ci aspetta sempre, sta al nostro passo per aiutarci a camminare secondo il Suo progetto. La Trinità, infine, non è una serie di ragionamenti, ma una vita donata agli altri, con gioia e umiltà.

Trecate a Sua immagine

L’uomo è immagine della Trinità: per questo è chiamato a riprodurre la stessa dinamica di Dio. Ogni persona umana è un “essere per”, cioè una realtà in dialogo continuo e vivo con tutti. Dio è molto più che una formula, ma se ai nostri giorni c’è un insegnamento che dobbiamo comprendere con urgenza, è proprio quello della trasformazione dei nostri rapporti interpersonali. La cultura odierna ci invita a pensare solo a noi stessi, ai nostri diritti a quanto vogliamo e sentiamo. Tutto è dovuto; gli altri diventano solo luogo per soddisfare i nostri desideri, per sentirci importanti e necessari; sono elementi che ci pongono limiti e interrogativi e per questo vanno messi da parte e alcune volte eliminati. Gesù ha affidato ai Suoi apostoli il mandato di evangelizzare; oggi esso è rivolto alla Chiesa e a ciascuno di noi. Nel Battesimo abbiamo ricevuto l’invito a portare il Vangelo a tutto il mondo. È un compito da svolgere non da soli, ma sempre in comunità. In quest’ultima, infatti, non dovrebbero esistere differenze né gerarchie: tutti si amano allo stesso modo e nessuno ha l’arroganza di mettersi su di un piano superiore, altrimenti distruggerebbe la relazione e si costruirebbe una schiavitù. Per definizione l’amore è sempre libertà e gratuità. L’umanità può comprendere meglio Dio e portarlo nelle scelte concrete, solo se si sente amata.

Il battezzato è chiamato a vivere la bellezza del Vangelo e l’amore reciproco per tutti, condividendo gioie e sofferenze, imparando a chiedere e concedere perdono, valorizzando i diversi carismi. In una parola, un cristiano è tale se edifica comunità ecclesiali che siano sempre più famiglia, capaci di riflettere la Misericordia di Dio e di evangelizzare con le parole e soprattutto con la forza dell’amore vero. La Trinità non può essere un concetto astratto o difficile da capire, ma semplicemente è il modello di ogni rapporto d’amore.

Se nelle nostre relazioni verso gli altri non siamo capaci di creare relazioni paritarie, senza discriminazioni e gerarchie, non stiamo manifestando al mondo la forza dell’Amore di Dio. Se in una famiglia, o tra persone che si amano e si stimano, esiste un senso di superiorità, non si sta realizzando quanto Dio ci ha manifestato. Non conta cosa facciamo, il ruolo che abbiamo nella Parrocchia, quanto siamo amici delle persone importanti e potenti, se con le nostre scelte concrete e le parole distruggiamo la comunione e pensiamo solo al ‘nostro orticello’. Guardare a Dio è anche riconoscere con umiltà i nostri errori e specialmente non avere paura a fare un passo indietro per permettere ai fratelli d’incontrare Gesù. Apriamoci a un amore senza differenze, distinzioni o gerarchie, fatto di profondo rispetto reciproco e aperto all’amore verso ogni uomo. Allora saremo anche a Trecate comunità in cammino.

Alessandro Maffiolini