Il mistero della Presenza Reale

Il Giovedì Santo Gesù istituisce l’Eucaristia, anticipando il Suo sacrificio sul Golgota. Per far comprendere ai discepoli l’amore che Lo guida, lava loro i piedi, offrendo ancora una volta il modello di come essi stessi dovranno agire. L’Eucaristia è l’amore che si fa servizio: nel darsi a noi come cibo, Gesù dimostra che dobbiamo sempre spezzare, con gli altri, questo nutrimento, perché diventi una vera comunione di vita. Lui si dona a noi e chiede di rimanere in Lui per camminare su questa strada.

Gesù, prendendo il pane azzimo, pronuncia le parole che lo mutano nel Suo Corpo: è l’offerta del Suo Corpo dato in sacrificio per noi. Nell’Eucaristia, quindi, abbiamo la presenza reale del Corpo di Cristo che si dona a noi. Gesù stesso identificò i doni che offriva col Suo Corpo e col Suo Sangue, vale a dire con la Sua Persona tutta intera. Certamente, Cristo Gesù è presente nella Chiesa in molteplici modi: nella sua Parola, nell’orazione dei fedeli, nei poveri, nei malati, nei carcerati, nei Sacramenti e specialmente nella persona del sacerdote. È presente soprattutto sotto la specie eucaristica, la cui importanza sta nel fatto che il Santissimo Sacramento contiene veramente, realmente e sostanzialmente il Corpo e il Sangue insieme con l’Anima e la Divinità di nostro Signore Gesù Cristo.

Tale presenza si dice ‘reale’ non per esclusione, quasi che le altre non siano ‘reali’, ma per antonomasia, perché è sostanziale e in forza di essa Cristo, Uomo-Dio, tutto intero si fa presente. Non siamo davanti semplicemente a una ‘figura’ capace di indicare e di stimolare la mente a pensare a Cristo. L’Eucaristia è una presenza oggettiva del Corpo e del Sangue di Cristo, vale a dire della Sua Umanità tutta intera unita alla Divinità, anche se velata dal pane e dal vino. Pertanto, la presenza del Corpo e del Sangue di Cristo in questo sacramento non si può comprendere con i soli sensi, ma con la fede, cioè con la fiducia totale nella verità delle parole di Gesù. Questa è la questione fondamentale: la fede. Il mistero eucaristico è la fonte, il centro e il culmine di ogni attività spirituale e caritativa della Chiesa. Il diventare intimi con Cristo non ci allontana dai nostri contemporanei, ma ci rende attenti e aperti alle gioie e alle sofferenze degli uomini e allarga il cuore al mondo intero. Seguire il Signore non è una pura imitazione esteriore, perché implica una trasformazione completa dell’essere umano e una sua assimilazione a Lui. Da ciò deriva la necessità per ogni battezzato di nutrirsi continuamente del Corpo di Cristo, almeno una volta a settimana nel giorno di Domenica: solo così i cristiani diventano capaci di donarsi senza paura e limiti ai propri fratelli e possono trasformare il mondo ad imitazione di quanto Gesù ha fatto per noi.

Il pane della Misericordia

Il popolo d’Israele cammina nel deserto e, sfiduciato, rimpiange la sicurezza che aveva nel tempo della schiavitù in Egitto. Dio risponde con il segno della manna: Egli è il Padre premuroso che ama sempre e comunque il Suo popolo e continua a guidarlo con la Sua presenza e sostegno. La manna diventa simbolo dell’amore di Dio: è un cibo già pronto, per il quale l’uomo non deve faticare, un cibo sconosciuto da accogliere con fiducia e gratitudine, un cibo che dà l’energia necessaria per continuare nel cammino faticoso e pieno d’insidie. In questo modo Dio educa Israele nella fede e la manna, a poco a poco, assume un significato spirituale, in cui sono soddisfatte le esigenze profonde delle persone. Nell’Eucaristia è offerta ai cristiani la possibilità di illuminare il quotidiano con l’incontro con Cristo vivo, presente nel pane consacrato. Tutto quanto è unito a Lui, si apre alla speranza e alla gioia. L’Eucaristia è comunione con Cristo e di conseguenza si trasforma e si manifesta in comunione autentica con i fratelli: è l’invito a realizzare la Comunità, a promuovere ciò che insieme ci rende fratelli, a costruire la Chiesa, che è Corpo di Cristo.

Il sacramento eucaristico è segno, causa e alimento di questo. Negli Atti degli apostoli comprendiamo come l’incontro eucaristico diventi sorgente di comunione, condivisione, carità e amore. Anche oggi per i cristiani, dalla partecipazione alla mensa divina deve scaturire l’amore vero, quello che si vede, che irrompe nella storia e fa la differenza. In questo sacramento è racchiusa tutta la nostra salvezza e si rende evidente il grande amore che Dio ha per tutte le Sue creature. Gesù è il grande dono di Misericordia offerto all’umanità; ricevendola, siamo sospinti a donare la stessa misericordia a tutti, senza escludere alcuno. L’Eucaristia è la Misericordia del Padre fatta pane e nutrimento: è il dono della vita da parte di Dio a tutti i Suoi figli, perché si sentano liberi di compiere le scelte giuste e di amare a loro volta. L’Eucaristia, il Pane disceso dal cielo, dona la vita e la libertà e permette di arrivare alla comunione profonda con Dio.

Il gesto di Gesù è, infine, l’estremo ringraziamento al Padre per il Suo amore e Misericordia. Essere con il Signore significa sprofondare in questo abbraccio d’amore che ci riconcilia col Padre e con i fratelli. Questo Pane ha la capacita di guarire i nostri egoismi e di spalancare le porte del nostro cuore. Nell’Eucaristia c’è Dio che è amore e Misericordia: Lui desidera la nostra salvezza e che diventiamo a nostra volta, nutriti da Lui, strumenti di pace e di misericordia. Partecipare all’Eucaristia è allora comprendere che la salvezza è un’avventura comunitaria, è una proposta rivolta all’umanità intera.

Fare comunione diventa lasciarsi coinvolgere dalla Sua Misericordia e avvicinarci a Lui con cuore sincero.

Alessandro Maffiolini