Per il mondo intero

“La misericordia possiede una valenza che va oltre i confini della Chiesa. Essa ci relaziona all’ebraismo e all’islam che la considerano uno degli attributi più qualificanti di Dio”. Per troppo tempo abbiamo lasciato il dialogo solo tra le mani dei teologi e degli

esperti. Abbiamo tentato invano di trovare un denominatore comune il più semplice e basso possibile. Penso e spero che l’Anno della Misericordia sia l’occasione unica per iniziative e parole profetiche, perché è proprio di questo che abbiamo bisogno oggi per diminuire la tensione presente nel mondo e nelle varie nazioni. Con le scelte fatte negli anni passati, siamo arrivati a dividere il mondo in “diverse parti”. Il Papa ci invita a intraprendere “un’offensiva della Misericordia”, in cui il perdono e la carità sono gli strumenti per scardinare il male e l’estremismo. Occorre iniziare un cammino sincero di conoscenza e di costruzione di amicizie autentiche e profonde, per arrivare a una fiducia reciproca che permetta di superare difficoltà e incomprensioni. Solo così riusciamo a realizzare una società e una Chiesa in cui si riesce a incontrarsi e a comprendersi, mettendo da parte la tentazione di “usare la forza” e di sottomettere le altre persone. È fondamentale e dono di Dio, avere figure che “ci mettono la faccia” e si trasformano in costruttori di ponti, specialmente in quei luoghi in cui egoismo, pessimismo e diffidenza sembrano predominare. Non ci si deve fermare, altrimenti si rischia di uccidere il dialogo e di fare passi indietro. Lo richiedono tutti quei fratelli e quelle sorelle che sono perseguitati e uccisi; lo esige la stessa Misericordia di Dio; lo incoraggia la stessa Parola di Dio fatta carne in Gesù Cristo. Tutto questo deve diffondersi e pervadere il cuore di ogni essere umano e di ogni battezzato. Così possono nascere amicizie autorevoli disposte a testimoniare la volontà di curare relazioni profonde e autentiche. Il dialogo allora va’ inteso come una parola che esprime una relazione fatta di gesti e di azioni concrete. “Dialogare significa incontrarsi e fare insieme delle cose”. Non è possibile instaurare un dialogo senza fare qualcosa insieme e senza vivere una prossimità e un’amicizia: va cercata sempre e solo “una relazione diretta”, grazie alla quale il messaggio “si offre alla comprensione di tutti” ed è chiaro, privo di fraintendimenti e impossibile da equivocare. Lasciamo agire, in ogni momento della vita, la Misericordia che viene dal cuore di Dio. Lui continua a creare e a ricrearci, fino a perfezionarci con il Suo perdono per farci diventare misericordiosi e pronti al dialogo con tutti. “Né la violenza né la morte avranno mai l’ultima parola davanti a Dio, che è il Dio dell’amore e della vita”; noi cristiani dobbiamo praticare in ogni parte del mondo la logica della pace e della riconciliazione. Dialogare non solo è possibile ma anche necessario. E il Giubileo della Misericordia apre un’occasione unica e irripetibile per ogni persona.

Per ogni Comunità parrocchiale

La missione della Chiesa sparsa in tutto il mondo e quindi di ogni comunità cristiana, compresa la nostra di Trecate, è annunciare il Vangelo, “proclamare la buona notizia di Gesù che è fonte di vita e di speranza per tutti gli uomini”. Va’ sempre tenuto conto naturalmente della situazione nella quale essa si trova a vivere e a operare, un ambiente caratterizzato da una molteplicità, quasi da un mosaico di società, di culture e di religioni. Inoltre, dobbiamo renderci conto e tenere presente il fatto che la Parrocchia di Trecate è una piccola minoranza, un piccolo gregge in mezzo a una realtà più vasta. E allora anche la nostra capacità di vivere e annunciare il Vangelo dovrà modificarsi in conformità a queste caratteristiche. Il

punto di forza che il Vangelo ci pone di fronte è un Gesù che è sempre stato disponibile a entrare in dialogo con le persone che incontrava, anche quando erano differenti da Lui per cultura e formazione religiosa; mai però ha svenduto la Sua verità, il Suo rapporto col Padre e la Sua decisione di “fare la Sua volontà”. A nessuno ha chiuso il Suo cuore e la Sua vita, ma è stato disponibile a incontrare tutti e a costruire relazioni profonde e autentiche. Il dialogo a un livello umano significa comunicazione che conduce a un obiettivo comune e permette di arrivare a una comunione interpersonale. A un altro livello, diventa un atteggiamento di rispetto e amicizia veri che permeano tutte quelle attività della Chiesa, permettono il loro svolgimento normale e danno ai battezzati la capacità di avvicinare le persone e incontrarle. Un ultimo livello consiste in “ogni tipo di relazione interreligiosa positiva e costruttiva con individui e comunità appartenenti ad altre fedi, che sia mirato alla muta comprensione e al mutuo arricchimento”. Questa triplice realtà va vissuta continuamente e con costanza nella nostra comunità, diverse volte segnata da egoismi, gelosie, invidie che conducono a una vera e propria incomunicabilità e mancanza di testimonianza. La nostra Parrocchia allora si trasformi in una realtà composta di persone differenti, ma capace di riformarsi e adattarci costantemente diventando “la Chiesa stessa che vive in mezzo alle case dei suoi figli e delle sue figlie”. Questo suppone che i cristiani siano in contatto reale con le famiglie e con la vita della gente e siano disponibili a non guardare solo a se stessi o al ‘proprio orticello’. “La Parrocchia è presenza ecclesiale nel territorio, ambito dell’ascolto della Parola, della crescita della vita cristiana, del dialogo, dell’annuncio, della carità generosa, dell’adorazione e della celebrazione. Attraverso tutte le sue attività, la parrocchia incoraggia e forma i suoi membri perché siano agenti dell’evangelizzazione”. Siamo consapevoli che il dialogo sia difficile e richieda vicinanza, apertura, pazienza, umiltà e accoglienza cordiale che non condanna. Ecco la misericordia: solo essa permette di entrare nella mentalità di Dio e di fondare le nostre relazioni imitandolo.

Alessandro Maffiolini