Capaci di spalancare le porte

Tutti abbiamo bisogno della Misericordia di Dio: abbiamo urgenza di sentirci amati, perdonati, accolti come figli. Questo è il vero amore che cerchiamo con forza. Dobbiamo avere in noi il desiderio di avere la vita di Dio, di vivere la comunione piena con Lui e con tutti gli altri esseri umani. Senza Dio, ogni essere umano è perso. Senza Dio non rimane che menzogna e violenza; senza il suo amore misericordioso non esiste che infelicità e tristezza. Rimaniamo in un mondo in cui “il potente schiaccia il debole, il ricco umilia il povero, il più forte domina e il più furbo inganna a morte il fratello”.

Alcune volte questo accade anche nelle nostre Comunità: da luogo della presenza di Dio, diventano spazi di egoismo e individualismo, in cui le logiche perverse governano le relazioni tra noi e la Parola di Dio è ridotta a un lume impossibilitato a fare luce sulla strada. Ciò può essere vinto solo dall’amore e dalla Misericordia del Padre, donata a noi nel Figlio Gesù.

I giorni che mancano al Natale e l’Anno Giubilare sono occasioni propizie per non temere, non lasciarsi cadere le braccia: “Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te è un Salvatore potente”. Spalanchiamo le porte e usciamo in modo definitivo per adempiere generosamente a quella che è la missione di ogni cristiano: “Andare a cercare chi si è perduto per annunciargli la Buona Notizia del Regno di Dio, per fargli sperimentare la Misericordia di un Padre che vuole tutti salvi”. Dobbiamo entrare nel cuore di Dio ed essere “misericordiosi com’è misericordioso il Padre vostro”.

È naturale, allora, che l’esperienza personale e comunitaria di Dio debba trasformarsi in un’esistenza realmente misericordiosa verso il nostro prossimo, chiunque esso sia. Passare attraverso la Porta Santa assume il suo significato pieno e vero unicamente in questo caso: altrimenti, siamo sinceri, sarebbe vano attraversarla; sarebbe perfettamente inutile chiamarsi discepoli di Cristo e falso dirci cristiani credenti. Occorre, quindi, decidere nella propria libertà di incamminarsi sulla via delle opere di Misericordia, le sette corporali e le sette spirituali. Solo facendo esperienza continua della misericordia, possiamo “costruire” un cuore misericordioso, cioè “ben disposto nei confronti dell’altro, preveniente nel bene, aperto, disponibile all’incontro e al dialogo”. Nel Giubileo, non si tratterà di “fare Opere di Misericordia, ma di essere misericordiosi”, imitando l’agire stesso di Dio così come si è manifestato in Gesù.

Anche a Novara al via il Giubileo

È stato emozionante essere presenti all’avvio del Giubileo nella nostra Diocesi di Novara. Attorno al Vescovo si sono radunati una quarantina di sacerdoti, con alcuni diaconi, i religiosi e le religiose e i fedeli provenienti dalla città e dalle zone vicine. È iniziato con una sosta di preghiera nel cortile della Curia, si è ascoltato un brano di vangelo e alcune parti della bolla papale di indizione del Giubileo. Il vescovo poi ha guidato, come buon pastore, la processione del “gregge” dei fedeli: essa richiama che “anche la misericordia è una meta da raggiungere e che richiede impegno e sacrificio”.

La processione è stata accompagnata dal canto delle Litanie dei Santi per chiedere l’intercessione di quanti con il proprio esempio sono stati modello e riflesso della Misericordia divina. L’ingresso nella cattedrale è avvenuto attraverso la porta principale che, come simbolo di Cristo, costituisce la Porta della Misericordia. “Aprite le porte della giustizia, entreremo a rendere grazie al Signore”: con queste il Vescovo ha invocato l’apertura della Porta che rimanda alla porta del cuore misericordioso di Dio. È Cristo la porta che conduce alla salvezza. Tutta l’assemblea ha sostato sulla soglia insieme a mons. Franco Giulio che, dopo aver mostrato il libro dei Vangeli ai quattro punti cardinali, è entrato nella Cattedrale. Il rito di benedizione e di aspersione con l’acqua ha mostrato a tutti come il Battesimo sia il “il primo sacramento della Nuova Alleanza, in forza del quale gli uomini, aderendo nella fede a Cristo Signore, ricevono lo Spirito di adozione a figli. Essi vengono chiamati e sono veramente figli di Dio”. In questo modo ogni cristiano entra a far parte del popolo santo e diventa membro della Chiesa e parte del Corpo di Cristo.

Si è arrivati poi alla celebrazione dell’Eucaristia che costituisce “il centro di tutta la vita Cristiana per la Chiesa universale, per quella locale, e per i singoli fedeli. Nella Messa, infatti, si ha il culmine sia dell’azione con cui Dio santifica il mondo in Cristo, sia del culto che gli uomini rendono al Padre, adorandolo per mezzo di Cristo Figlio di Dio nello Spirito Santo”. Essa diventa il vertice del rito di apertura della porta santa: in essa il Padre viene incontro a tutti i popoli, a quanti lo cercano e offre a loro la sua alleanza e la Sua Misericordia. Li rende suoi veri figli, donandogli la possibilità di rialzarsi e di camminare alla luce della Sua Parola. Infine il Vescovo ha invitato tutta la Diocesi a scoprire e mettere in pratica le opere di Misericordia.

Alessandro Maffiolini