Un dono per l’umanità

Spesso consideriamo lo Spirito Santo come il grande assente dalle vicende pasquali e da quelle di ogni battezzato. Invece è Lui che è inviato dal Padre al sepolcro di Cristo, con un soffio ne ribalta la pietra e la tomba resta improvvisamente vuota. Il Risorto poi Lo donerà agli apostoli che da bloccati dalla paura e dai dubbi, diverranno testimoni coraggiosi e portatori del perdono di Dio. Lo Spirito è il regalo pasquale, è la Misericordia fatta persona. Attraverso di Lui siamo abilitati a una conoscenza più profonda di Gesù e arriviamo a conoscerlo e a proclamarlo Signore. Solo così diventiamo persone salvate, cioè raggiunte dalla Misericordia: la Pasqua arriva al suo pieno compimento nella nostra vita, sperimentando l’immenso amore del Padre per noi.

“Gesù Risorto è il Signore” implica una decisione personale di cambiare vita, il modo di pensare, riflettere, decidere e agire. Confessare Gesù come il centro della vita, a cui cedere volentieri tutta la nostra libertà e ogni proprietà sul nostro cuore, è un grande atto di fede in Lui che ci ha redenti e ci ama fin dal principio di tutto. Seguire lo Spirito è restituire significato al nostro essere persone e dare al mondo una nuova possibilità di futuro. Anzi, per mezzo Suo siamo abilitati a riconoscere l’esistenza di un Padre: i ritratti distorti sono eliminati e possiamo guardare a Dio per ciò che è realmente, il nostro dolcissimo Papà. Esso ci cambia e ci permette di non sentirci soli e orfani. Passiamo cioè dalla morte alla vita, dalla schiavitù alla libertà, dalla tristezza alla gioia. E riscoprendoci figli, ci ritroviamo fratelli e sorelle tra di noi.

In questo modo sul volto di ogni uomo vediamo brillare un raggio trasfigurante che lo fa intercettare non come nostro feroce concorrente o avversario, ma “come un povero mendicante che chiede a quel mendicante che abita in ognuno di noi dove insieme possiamo trovare da mangiare” o un aiuto nella vita quotidiana. 7

Non è possibile avere questo sguardo se con le nostre scelte e parole non ci facciamo allontanare dal Figlio, ma immergere in Lui; lo Spirito è il respiro del Figlio che riceviamo solo quando ci si avvicina a Lui, tanto da sentire il Suo respiro penetrare nel nostro cuore. Non possiamo più vivere da egoisti chiusi e ripiegati su noi stessi, ma aperti verso i poveri, gli esclusi e gli emarginati. È lo Spirito Santo che permette di non confinare Dio ai margini del mondo e agire come se non esistesse o fosse ininfluente. Varie crisi si registrano ai nostri giorni: non sempre i cristiani le hanno affrontate con la forza e la coscienza che deriva dal Vangelo. Il dono che Cristo ci fa non cambia automaticamente il mondo, ma inserisce nei battezzati un modo nuovo di guardare ad esso.

Solo la Misericordia che Dio ci dona può trasformare l’umanità intera. A ogni battezzato spetta lasciarsi condurre.

Una Persona al nostro fianco

Il giorno di Pentecoste lo Spirito Santo è inviato per continuare a santificare la Chiesa e permettere ai discepoli di avere accesso al Padre. Ciò si manifesta davanti agli uomini radunati a Gerusalemme, ai quali si rivolgono gli Apostoli testimoniando Cristo nella potenza dello Spirito. È proprio quest’ultimo che scende sui Dodici per indicare che ormai Egli rimarrà con loro per sempre, sarà accanto e li sosterrà nel cammino dell’annuncio.

Questo continua ancora oggi: lo Spirito Santo ha assunto la guida invisibile di quanti, dopo il distacco di Gesù, si sentivano orfani. Con la venuta dello Spirito essi si sono sentiti accompagnati nella missione affidata e pieni di fortezza. Così, in un certo modo, continua nella Chiesa la grazia della Pentecoste: lo Spirito dimora in essa e nei fedeli, rendendoli sempre più fratelli e sorelle gli uni degli altri, stimolandoli a portare la verità, arricchirsi dei frutti necessari e, con la forza del Vangelo, mantenere la Chiesa continuamente giovane e capace di trasformazione. Occorre, a questo punto, costruire un cammino di discernimento comunitario serio per riconoscere ciò che è buono e proviene da Dio, da quanto deriva dal “principe di questo mondo”.

Le comunità cristiane di oggi, compresa la nostra, sono composte da uomini e donne che, riuniti in Gesù Cristo, sono guidati dallo Spirito per portare a tutti il messaggio del Vangelo e trovare la strada per comunicarlo con coerenza e fedeltà. La gioia diventa caratteristica fondamentale per dimostrare che solo Dio ha la risposta ai bisogni più profondi del cuore dell’uomo, perché Lui è sempre a fianco dell’umanità e non l’ha mai abbandonata. Dobbiamo come battezzati modificare con coraggio la nostra vita. E questo è lo Spirito Santo. Lui ha la capacità di cambiare le persone, anche quelle che tradiscono e scappano; da timidi e paurosi si può diventare coraggiosi e disponibili. Lui ci permette, se lo desideriamo, di penetrare nelle realtà divine e di essere familiari di Dio, disponibili a conoscere e fidarsi di Lui e a entrare in dialogo con il mondo. È Lui inoltre che dona la possibilità di compiere azioni prodigiose: qualità, doti e limiti sono l’opportunità di mettersi a disposizione di Dio e di condividere quanto ricevuto. Occorre stare però attenti, perché lo Spirito non va inteso come un semplice dono che ci aiuta a percepire la comunione. Esso è da una parte dono, relazione completamente proiettata verso il Padre e il Figlio e che non può “esistere” senza di Loro. Dall’altra, è Persona, che sottolinea la sua consistenza reale e l’impossibilità di identificarsi col Padre o col Figlio. Lo Spirito, allora, determina le caratteristiche della comunità cristiana.

Questa sarà libera, capace di slanci di amore quotidiani, disponibile a incontrare e accogliere ogni persona: così vivrà un profondo legame di comunione, d’amore vero e di donazione totale.

Alessandro Maffiolini