Se uno mi ama, osserverà la mia parola
Gv 14,23-29

pescatori-di-uomini

“Se uno mi ama, osserverà la mia parola”. Affermazione così importante da essere ribadita subito al negativo: Chi non mi ama non osserva le mie parole, non riesce, non ce la può fare, non da solo. Una limpida constatazione: solo se ami il Signore, allora e solo allora la Sua Parola, il tuo desiderio e la tua volontà cominciano a coincidere. Come si fa ad amare il Signore Gesù? Amare comincia con una resa, con il lasciarsi amare. Dio non si merita, si accoglie. Io sono un campo dove circola vento, cade pioggia di vita, scoccano dardi di sole. “Noi verremo a Lui e prenderemo dimora presso di Lui”. Noi siamo il cielo di Dio, abitati da Dio, Padre Figlio e Spirito Santo. Un cielo trinitario è dentro di noi. Ci hanno spesso insegnato che l’incontro con il Signore era il premio per le nostre buone azioni. Il Vangelo però dice: se ti lasci incontrare dal Signore, allora sarà Lui a trasformarti in tutte le tue azioni. Simone Weil usa questa delicata metafora: “Le amiche della sposa non conoscono i segreti della camera nuziale, ma quando vedono l’amica diversa, gloriosa di vita nuova, allora capiscono che a trasformarla è stato l’incontro d’amore”. Ci è rivolta qui una delle parole più liberanti di Gesù: il centro della fede non è ciò che io faccio per Dio, ma ciò che Dio fa per me. Al centro non stanno le mie azioni, buone o cattive, ma quelle di Dio, il Totalmente Altro che viene e mi rende altro. Il primo posto nel Vangelo non spetta alla morale, ma alla fede, alla relazione con Dio, allo stringersi a Lui come un bambino si stringe al petto della madre e non la vuol lasciare, perché per lui è vita. “Lo Spirito vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che vi ho detto”. Un’affermazione colma di bellissimi significati profetici. Due verbi: Insegnare e Ricordare. Sono i due poli entro cui soffia lo Spirito: la memoria cordiale dei grandi gesti di Gesù e l’apprendimento di nuove sillabe divine; le parole dette “in quei giorni” e le nuove conquiste della mente e dell’anima che lo Spirito induce. Colui che in principio covava le grandi acque e si librava sugli abissi, continua ancora a coltivare le menti e a librarsi, creatore, sugli abissi del cuore.

 

Padre Ermes Ronchi