penna-calamaio
 
In giro a fare…
 
i VIP!

Sto scendendo veloce gli scalini del Gonfalone perché son già in ritardo per un appuntamento in chiesa. Un anziano signore si para davanti, frena di botto la mia fretta e mi apostrofa con volto scuro: “Dica a quelli di Roma, quelli che abbiamo votato, di smetterla di girare a fare i VIP della televisione e cominciare a lavorare per questa povera Italia”.
Senza altre spiegazioni, né saluti, se ne va.

Perché devo dire io “a quelli di Roma” cosa devono fare? Cosa c’entro io con Roma, quale peso può avere un povero prete di campagna (sebbene un po’ su di peso) con la politica nazionale, così intricata e incomprensibile?
Comunque ho raccolto il rimbrotto dei misterioso signore e l’ho meditato. Un po’ di vero mi sembra ci sia. Il posto in Parlamento, o ancor più al Governo, è visto come un traguardo raggiunto, una poltrona che ti garantisce potere e privilegi. Siamo lontani dalla idea rosminiana della politica come “la più alta forma di carità intellettuale”, l’espressione completa “dell’amare il prossimo come se stessi”. Secondo il Beato Antonio Rosmini, fare politica con rettitudine e dedizione è procurare del bene ai fratelli subito e seminarlo abbondantemente per il futuro.

Sì, è un po’ come dare i pesci e insegnare a pescare. Quanti di molti “eletti” la pensano così?
E quanti politici hanno forse tentato questa strada con entusiasmo e poi, delusi perché lasciati soli, hanno agito “come fanno tutti”? Preghiamo per loro.

don Ettore