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Perché
 
non a me?

Ore 23, squilla il telefono: chi sarà a quest’ora? Avendo le abitudini da “montagnino” vado a dormire presto e quest’ora per me è il cuore della notte… Dall’altra parte del filo una voce flebile, ma conosciuta, che senza tanti preamboli mi dice: “Perché non a me?”.

Realizzo un attimo quello che mi sta capitando – ma è già mattina, possibile? No è ancora notte – e ricordo una visita fatta qualche giorno prima ad una signora ammalata di tumore, in fase terminale. È stato un incontro difficile, l’ammalata si chiedeva continuamente il perché del male inesorabile: perché a me, proprio a me?

L’ho ascoltata con commozione, la voce debole spesso disperata mi raccontava la vita di lavoro e fatica, il tirare grandi i figli, farli studiare per dare loro una posizione, la perdita prematura del marito accettata con fede, affrontando da sola i problemi economici e l’educazione dei ragazzi … Adesso, che è il momento di riposarsi un po’ e raccogliere qualche soddisfazione con i nipotini ecco il tumore. Ma perché proprio a me?

Non ho saputo dire molto, il silenzio e lo sguardo commosso, dispiaciuto, mi è sembrato il modo migliore di condividere questo racconto drammatico. Poi mi è balenata in mente una preghiera semplice, diretta, quella che Gesù ha insegnato a santa Faustina: Gesù confido in Te!

“Signora, ripeta spesso questa giaculatoria, il Signore l’ascolta, la gradisce, l’ha inventata Lui”.

Mi ha preso in parola, ha cominciato a ripeterla tutte le volte che la mente o il cuore si riempivano di paura e di disperazione. Gesù confido in Te! La pace interiore ha cominciato a farsi strada, l’abbandono fiducioso ha preso il posto della rabbia, al punto da cominciare a chiedersi: perché non a me? Gesù confido in Te!

don Ettore