Il tempo dell’Emmanuele
(Mc 14,12 – 16,22-26)
Meditiamo in questa domenica del S.S. Corpo e Sangue di Cristo, un brano tratto dal Vangelo secondo Marco, poche parole da non perdere…
Dopo tanti anni passati fra di noi, accudito da Maria e Giuseppe, in cammino con gli apostoli, uomini duri ma pieni di speranze, osannato dalle folle e criticato dai forti, Gesù capisce! Non si tratta di conquistarci con parole convincenti, sbalordirci, lasciarci senza la capacità di replicare… Gesù sceglie di donarsi, mettersi nelle nostre mani e nel nostro cuore.
“Prendete, questo è il mio corpo”
“Questoè il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti”
Lo fa a rischio ma questa è la sua verità più intima: Dio vuole donarsi, dedicarsi alla vita dei fratelli.
Marco ci narra del cuore limpido di Gesù che anticipa il dono di sé sulla croce… e attorno, a riceverlo, uomini confusi, affaticati, rinnegatori e traditori… come noi.
Già, quante volte penso che io non sia ‘degno’ di riceverti Gesù: ‘faccio fatica a credere’… ‘quello che è capitato ad un amico è troppo’… ‘sono troppo peccatore’… giusto! Ma parto sempre dalla stessa parolina… ‘io’… quell’ ‘io’ ingombrante quando mi sento superbo e a posto, quello stesso ‘io’ che ora è troppo pesante, che mi separa da te…
E invece dovrei cambiare prospettiva, stupirmi che ‘Tu’ voglia donarti a me, non perché me lo merito ma perché ‘Tu’ mi ami… ‘io’ faccio alcuni passi tremanti, col peso delle mie incongruenze e ‘Tu’ sei venuto dal cielo ad abitare con noi fino alla croce e ora ‘Tu’ vieni sull’altare e in me per illuminare la mia vita… l’eucarestia è il più intimo desiderio di Dio, accogliamolo.
«Se ognuno di noi non si sente bisognoso della misericordia di Dio, non si sente peccatore, è meglio che non vada a Messa! Noi andiamo a Messa perché siamo peccatori e vogliamo ricevere il perdono di Dio, partecipare alla redenzione di Gesù, al suo perdono. Quel “Confesso” che diciamo all’inizio non è un “pro forma”, è un vero atto di penitenza! Io sono peccatore e lo confesso, così comincia la Messa! Non dobbiamo mai dimenticare che l’Ultima Cena di Gesù ha avuto luogo «nella notte in cui veniva tradito» (1 Cor 11,23). In quel pane e in quel vino che offriamo e attorno ai quali ci raduniamo si rinnova ogni volta il dono del corpo e del sangue di Cristo per la remissione dei nostri peccati. Dobbiamo andare a Messa umilmente, come peccatori e il Signore ci riconcilia» (Papa Francesco, udienza del 12 febbraio 2014).