Il suo significato

Siamo alla prima Opera di Misericordia spirituale. La tradizione biblica sottolinea l’importanza del consiglio perché senza una direzione un popolo decade e il suo successo sta nel buon numero dei consiglieri. Va anche detto che il dubbio non deve essere visto solo e necessariamente come un aspetto negativo: c’è un dubbio negativo che è paralizzante, di chi è titubante e non è in grado di prendere alcuna decisione e questo produce un relativismo e un’indifferenza che possono portare ad una sorta di situazione di stallo della propria vita. Mendicare consigli a chiunque e in ogni momento senza mai pervenire ad una decisione è segno di incertezza patologica o di paura e di terrore di fronte alla responsabilità. Il dubbio diviene negativo quando si struttura in doppiezza, instabilità e oscillazione costante: allora anche la preghiera diviene sterile. Ma c’è anche un dubbio vitale e fecondo, proprio di chi si trova alle soglie del mistero e si interroga sul senso della vita, sull’esistenza di Dio. Questo dubbio buono quindi non si oppone alla fede, ma può condurre ad essa; anzi può addirittura essere percepito come appartenente alla struttura stessa della fede in Dio che si manifesta nella storia e che si è rivelato nell’umanità di Gesù. Il dubbio “buono” arricchisce la fede della dimensione dell’umiltà, impedendole di diventare arroganza, imposizione, parola e terrore. Per queste ragioni il dubbioso non può essere subito giudicato, ma va amato, accolto e ascoltato con grande rispetto e attenzione. Se l’espressione “consigliare i dubbiosi” sembra delineare con chiarezza il campo positivo (consigliare) e quello negativo (dubbiosi), va detto che anche la fede non è esente dal dubbio e che il dubbio di fede non è necessariamente sempre negativo. La fede cristiana, infatti, non è totalitaria, ma mite: non si impone come certezza granitica, il che sarebbe una violenza alla libertà umana, ma si offre alla scelta dell’uomo. La fede ha in sé anche una dimensione di rischio. È però il sapere della fiducia, dell’affidamento e della ricerca incessante della Verità. L’arte del consigliare, dunque, è collegata alla capacità di comprendere la situazione dell’altro e richiede immaginazione e adesione alla realtà. Questo è essenziale per indicare vie realmente percorribili, mete ideali, alte e raggiungibili. Inoltre occorre sempre indicare, nella difficoltà, un’alternativa, una via nuova che può donare speranza, cambiare qualcosa, aprire un futuro. Diverse volte, infine, si ha l’impressione che i cristiani sottovalutino l’importanza della preparazione e della competenza: spesso si ha la presunzione di essere già arrivati e di non avere bisogno di approfondire e di rendere ragione della propria fede. La ricerca della verità, quindi, è un dovere di carità e la vicinanza al dubbioso è un’Opera di Misericordia che chi ama, seguendo l’esempio di Cristo, non può rifiutarsi di offrire. Chi dà un consiglio, inoltre, è responsabile del bene o del male che ne deriverà, in quanto il consiglio influisce efficacemente sulle scelte concrete delle persone.

Gesti concreti

Pregare e rendere grazie a Dio per tutti coloro che hanno una profonda fede in Gesù Cristo, nostro unico Salvatore, e che si dedicano alla proclamazione del Regno di Dio nostro Padre.

Avere una grande carità e misericordia verso tutti coloro che ancora non conoscono il Signore Gesù o che, conoscendolo, nutrono perplessità e dubbi.

Avere “una piena conoscenza della volontà del Padre con ogni sapienza e intelligenza spirituale”: cioè approfondire il Suo grande progetto di salvezza per tutti gli uomini.

Non avere paura di andare in tutto il mondo e predicare il Vangelo: tutti dobbiamo sentirci inviati e aiutati dallo Spirito Santo.

Suscitare nella gente che incontriamo l’ascolto della Parola, cioè il Vangelo, poiché la fede nasce dall’ascolto dell’annuncio della Buona Novella. Il dubbio può venire intaccato e debellato solo dall’ascolto della verità e dalla grazia dello Spirito Santo.

Interessarsi ad una formazione autentica della fede cristiana (corsi biblici, catechesi, incontri…).

Predisporsi ad ascoltare con pazienza e amore coloro che hanno bisogno di parlare della propria vita, dei dubbi, delle impressioni errate su persone di Chiesa, di paure sul giudizio di Dio. 

Chiedere senza indugio a chi può darci consigli autentici e disinteressati: nessun argomento è tabù, nessun problema è escluso.

Avere un buon padre spirituale capace di ascoltarci, di guidarci nella vita di ogni giorno, di rivolgere una parola di aiuto, fornire un consiglio illuminante.

Avere il coraggio di esporre la propria fede, anche se può costare.

Riconoscere che essa è un vero e proprio ministero, che non possiamo fare da soli ma con il Signore.

Aiutare gli altri, avvicinandoci a chi è nella sofferenza senza pregiudizi, ascoltando con affetto, cercando di porre altre domande affinché l’altro sia stimolato a cercare.

Farci compagni di viaggio di chi è alla ricerca della verità di sé, degli altri, di Dio. Aiutare i dubbiosi è collaborare con il Signore affinché chi accompagniamo si apra ad accogliere quella luce che viene da Dio e che cambia la vita.

A cura di Alessandro Maffiolini