La vita, le opere e i segni

Gonxha Agnes nacque nel 1910 a Skopje. L’improvvisa morte del padre lasciò la famiglia in difficoltà finanziarie. La madre allevò i figli con fermezza e amore. La formazione religiosa fu rafforzata dalla vivace parrocchia gesuita del Sacro Cuore. All’età di diciotto anni entrò nell’Istituto delle “Suore di Loreto”, in Irlanda. Lì ricevette il nome di suor Mary Teresa. In dicembre partì per Calcutta, dove fu mandata a insegnare nella scuola per ragazze, St. Mary. Trascorse i suoi vent’anni tra le “Suore di Loreto” con grande felicità. Conosciuta per la sua carità, per la generosità e il coraggio, per la propensione al duro lavoro e per l’attitudine all’organizzazione.

Il 10 settembre 1946, durante il viaggio in treno da Calcutta, ricevette “l’ispirazione”, la sua “chiamata nella chiamata”. Quel giorno la sete di Gesù per amore e per le anime s’impossessò del suo cuore e il desiderio di saziare la Sua sete divenne il cardine della sua esistenza. Nel corso delle settimane e dei mesi successivi, per mezzo di visioni interiori, Gesù le rivelò la Sua sofferenza nel vedere l’incuria verso i poveri, il Suo dolore per non essere conosciuto da loro e chiese a Madre Teresa di fondare una comunità religiosa: le Missionarie della Carità, dedite al servizio dei più poveri tra i poveri.

Il 17 agosto 1948 indossò per la prima volta il sari bianco bordato d’azzurro e oltrepassò il cancello del suo amato convento di “Loreto” per entrare nel mondo dei poveri. Il 21 dicembre andò per la prima volta nei sobborghi: visitò famiglie, lavò le ferite di alcuni bambini, si prese cura di un uomo anziano che giaceva ammalato sulla strada e di una donna che stava morendo di fame e di tubercolosi. Iniziava ogni giornata con Gesù nell’Eucaristia e usciva con la corona del Rosario tra le mani, per cercare e servire Lui in coloro che sono “non voluti, non amati, non curati”. Alcuni mesi più tardi si unirono a lei alcune sue ex allieve.

Il 7 ottobre 1950 la nuova Congregazione delle Missionarie della Carità era riconosciuta ufficialmente dal Vescovo di Calcutta; ottenne il riconoscimento della Santa Sede nel 1965 e iniziò a fondare case in vari continenti. Si arricchì poi di un ramo contemplativo e di due organizzazioni aperte anche ai laici. Nel 1979 Madre Teresa ricevette il Premio Nobel per la Pace. La sua intera vita e opera offrirono testimonianza della gioia di amare, della grandezza e della dignità di ogni essere umano, del valore delle piccole cose fatte fedelmente e con amore e dell’incomparabile valore dell’amicizia con Dio. Suor Teresa attraversò un lungo periodo chiamato “La dolorosa notte” dell’anima, nel quale sentì di essere separata da Dio e rifiutata da Lui; ciò portò a un ardente desiderio di comunione con Lui. Dopo avere incontrato Giovanni Paolo II per l’ultima volta, rientrò a Calcutta e trascorse le ultime settimane di vita ricevendo visitatori e istruendo le consorelle.

Morì il 5 settembre 1997 e ricevette i funerali di Stato da parte del Governo indiano. Fu beatificata nel 2003 e sarà canonizzata il 4 settembre 2016.

La voce degli ultimi

Ecco alcune frasi della Santa sul tema della Misericordia:

Non importa quanto si dà ma quanto amore si mette nel dare.

Quello che facciamo è soltanto una goccia nell’oceano. Ma se non ci fosse quella goccia all’oceano mancherebbe.

Fate che chiunque venga a voi se ne vada sentendosi meglio e più felice. Tutti devono vedere la bontà nei vostri occhi, nel vostro sorriso.

Il vero amore deve sempre fare male. Deve essere doloroso amare qualcuno, doloroso lasciare qualcuno. Solo allora si ama sinceramente.

Se vogliamo amare veramente, dobbiamo imparare a perdonare.

Non cercate Gesù in terre lontane: Lui non è là. È vicino a voi. È con voi. Basta che teniate il lume acceso e Lo vedrete sempre.

Continuate a riempire il lume con piccole gocce d’amore e vedrete quanto è dolce il Dio che amate.

La Carità comincia oggi. Qualcuno sta soffrendo oggi, è per strada oggi, ha fame oggi. Il nostro lavoro è per oggi… Non saranno con noi domani se non li sfamiamo oggi. Perciò preoccupatevi di ciò che potete fare oggi.

Compresi che l’amore racchiudeva tutte le vocazioni, che era tutto, che abbracciava tutti i tempi e tutti i luoghi. La mia vocazione finalmente l’ho trovata… è l’amore!

Oggi la gente è affamata d’amore, e l’amore è la sola risposta alla solitudine e alla grande povertà. In alcuni Paesi non c’è fame di pane, la gente soffre invece di terribile solitudine, disperazione, odio, ha dimenticato come si fa a sorridere.

Amiamo. Non nelle grandi ma nelle piccole cose fatte con grande amore. C’è tanto amore in tutti noi. Non dobbiamo temere di manifestarlo.

Io sono come una piccola matita nelle Sue mani, nient’altro. È Lui che pensa. È Lui che scrive. La matita non ha nulla a che fare con tutto questo. La matita deve solo poter essere usata.

Non potrei invidiare nessuno, nemmeno coloro che godono di una qualche felicità apparentemente perfetta agli occhi del mondo, perché io assaporo una felicità completa, anche quando soffro qualcosa per il mio amato sposo.

 A cura di Alessandro Maffiolini