A servizio del Regno

Gesù è portato al Tempio per la circoncisione: è un segno di obbedienza alla Legge da parte dei suoi genitori che non si sentono diversi o migliori, ma appartenenti ad un popolo ricco di tradizioni religiose che essi vogliono rispettare. Nel momento dell’offerta del primogenito a Dio, Maria e Giuseppe incontrano il vecchio e sconfortato Simeone. Simeone è il simbolo della fedeltà del popolo di Israele che aspetta con fiducia la venuta del Messia, da tutta la vita sale al Tempio sperando di vedere il Messia, ma ora è anziano e Luca ci lascia intuire la sua stanchezza interiore, che è la stanchezza di tanti anziani che incontro ogni giorno. Simeone è il simbolo dell’ansia profonda di ogni uomo, perché la vita è desiderio insoddisfatto, la vita è cammino, la vita è attesa. Attesa di luce, di salvezza, di un qualche senso che sbrogli la matassa delle nostre inquietudini e dei nostri “perché”. La preghiera intensa di Simeone che finalmente vede l’atteso è bellissima: ora è sazio, soddisfatto, ora ha capito, ora può andare, ora tutto torna. Sono sufficienti tre minuti per dare senso e luce a tutta una vita di sofferenze, tre minuti per dare luce ad una vita di attesa. L’importante è avere un cuore spalancato, capace, non rinchiuso dal dolore e dalla rabbia, non asfaltato, non superficiale. In questa festa della luce, che il Signore doni a ciascuno di noi, specialmente a chi è affaticato e sconfortato, di stare desto, di non accasciarsi, di non arrendersi, per vedere nella propria vita, infine, la traccia del passaggio di Dio. In passato in questa giornata si benedicevano i ceri che avrebbero poi illuminato le chiese per il resto dell’anno. Il simbolo della luce era preso come modello dagli ordini religiosi, che in questa giornata accoglievano i voti dei propri figli. È la festa dell’incontro, quella della presentazione al tempio. Da una parte una giovane coppia che, obbediente alla Legge del Signore, porta il proprio figlio a circoncidere, dall’altra un vecchio disilluso che, solo in mezzo ad una folla caotica di pellegrini, riconosce in quel bambino la salvezza di Israele e la luce delle genti. Un incontro che diventa il simbolo di ogni conversione, di ogni incontro spirituale, di ogni avvicinamento a Dio. Dio, la vera luce, l’unico che può illuminare il cuore di ogni uomo, si rende accessibile, incontrabile, conoscibile: è il volto grinzoso di un neonato che cerca riparo nel seno della madre. Oggi siamo invitati, anche noi, ad andare incontro al Signore con la lampada della nostra fede accesa, a riconoscere nel Signore Gesù la luce sul nostro percorso di fede. Siamo onesti: senza la luce del Vangelo saremmo persi nella tenebra del nostro limite, saremmo travolti dal giudizio altrui, vagheremmo senza pace interiore. In questa giornata molte persone consacrate a Dio si affidano al Signore, anche noi, nel nostro stato di vita, vogliamo affidare al Signore le nostre vite a servizio del Regno.

Commento a cura di Cavallo Renato